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Fonderie Pisano, Vicinanza (Cisal) scrive missiva a Mattarella

SALERNO. Riportiamo integralmente il comunicato stampa del sindacalista Luigi Vicinanza al presidente della Repubblica Mattarella.


Gentile Presidente Mattarella,

sono un umile sindacalista. Vi scrivo per interessarvi della vertenza delle Fonderie Pisano, azienda di Salerno. Da ormai tre anni è in atto una battaglia legale sulla produzione della ditta nel suo attuale stabilimento, che sorge in un’area industriale diventata ormai residenziale nel corso degli ultimi due decenni.

Questo ha ovviamente prodotto una discussione sull’eventuale delocalizzazione della fabbrica, accettata dalla proprietà delle Pisano e pretesa dai residenti ormai stanchi di respirare polveri sottili nocivi per la propria salute. Su questo fronte, infatti, una serie di associazioni popolari e ambientaliste si sono formate, andando a contrapporsi agli imprenditori e ai lavoratori, generando una battaglia legale arrivata già in Cassazione.

Una guerra tra poveri senza precedenti, culminata anche con uno scontro fisico tra operai e residenti ma che pare sempre ferma al punto di partenza. Mentre l’azienda è attiva a mezzo servizio e i lavoratori godono degli ammortizzatori sociali, la delocalizzazione è ferma al palo.

Motivo? Nessun Comune vuole quello che tutti definiscono un “incubo” tale da mettere in pericolo la salute dei cittadini. Un contesto paradossale, dove la politica, a tutti i livelli, continua a difendere il proprio orticello e i sindacati confederali, quelli che da sempre hanno avuto rappresentanza in fabbrica, bravi solo a chiedere deroghe sulla cassa integrazione e a non dare una vera scossa sull’unica cosa che conta: la delocalizzazione.

Ecco perché, Presidente Mattarella, la invito a intervenire personalmente. Venga a Salerno a incontrare residenti e lavoratori. La politica, l’imprenditoria e un certo sindacato hanno fallito sulla gestione del “caso” Pisano. Da italiano non mi sento più rappresentato da nessuno, eccezion fatta per la sua figura. La invito a non lasciare nessuno davanti a questo dramma che pare infinito.

 


 

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