Cronaca

Camorra a Capaccio: Cassazione conferma condanna di Squecco

CAPACCIO PAESTUM. La Cassazione conferma la condanna dell’imprenditore di Capaccio, Roberto Squecco. Secondo i giudici, era organico al clan di camorra guidato da Giovanni Marandino.

Confermata la condanna per Squecco, ritenuto parte del clan di camorra capeggiato da Giovanni Marandino

Secondo quanto riporta La Città, i giudici hanno confermato quanto stabilito nei precedenti gradi di giudizio. Squecco è stato considerato organico al clan e tentò di estorcere, dietro minaccia, la somma di 70mila euro a un imprenditore concorrente nel settore delle pompe funebri.

Confermata dunque la condanna a 1 anno e 10 mesi. Squecco fu coinvolto in una maxi-operazione anticamorra nel 2014 che portò al fermo di 6 persone e fece scoprire un giro di usura ed estorsioni a Capaccio e in diversi altri centri della Piana del Sele.

Tra gli imputati anche il capoclan Marandino – un tempo affiliato alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo – che ha scelto di essere processato con rito ordinario.

Squecco – che ha scelto il rito abbreviato così come altri 7 imputati – era stato condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi, con riduzione della pena in Appello perché il reato a lui ascritto si “ridusse” a una sola tentata estorsione. I legali dell’imprenditore sostennero che la somma pretese riguardava un debito che l’altro imprenditore non aveva mai saldato a Squecco.

Confermate anche altre condanne: 2 anni e 8 mesi per Ciro Casella di Bellizzi e Vinbcenzo Senatore di Roccadaspide; 3 anni e 8 mesi per Ettore Iovine di Salerno ed Enrico Bifulco di Napoli; 4 anni e 4 mesi per Francesco Adamo di Nocera; 4 anni per Antonio Cibelli di Capaccio.

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