Cronaca

Cava de’ Tirreni: camorra, indagato il vicesindaco

CAVA DE’ TIRRENI. La Procura di Salerno ha messo sotto inchiesta il vicesindaco di Cava de’ Tirreni, Enrico Polichetti per l’ipotesi di abuso d’ufficio.

Cava de’ Tirreni: camorra, indagato il vicesindaco

È un’ipotesi contenuta in un altro fascicolo d’indagine rispetto a quello che ha condotto l’altro ieri a quattordici arresti con accuse che vanno dall’associazione camorristica ai reati di estorsione, usura e spaccio di stupefacenti.

A quel procedimento (in cui Polichetti non è indagato) lo stralcio che riguarda l’ex numero due di Palazzo di Città è però legato. Gli inquirenti lo hanno spiegato chiaramente durante la conferenza stampa convocata subito dopo gli arresti, quando hanno parlato di «infiltrazioni istituzionali e «allarmante vicinanza di componenti del gruppo di Dante Zullo con esponenti di pubblici poteri».

L’inchiesta

Da quegli elementi è dunque nata un’inchiesta parallela, con cui si stanno setacciando i rapporti del clan con esponenti della politica e della forze di polizia. Il nome di Polichetti è stato fatto da un collaboratore di giustizia, Giovanni Sorrentino: il vicesindaco avrebbe incontrato in più occasioni Dante Zullo ed esponenti della sua famiglia, dai quali potrebbe aver ricevuto appoggio alle ultime elezioni amministrative.

Un’ipotesi su cui la Direzione investigativa antimafia sta lavorando, anche per ora non sono stati rintracciati elementi per la contestazione del reato di voto di scambio. Nel corso degli approfondimenti sarebbero emersi invece possibili illeciti in alcune procedure amministrative collegate alle deleghe detenute da Polichetti, impegnato nel settore delle manifestazioni e dei grandi eventi.

Le indagini

Le indagini della Dda vanno avanti, e ieri mattina, a ventiquattr’ore dal blitz, gli inquirenti hanno voluto ascoltare di nuovo proprio Giovanni Sortentino. Il collaboratore di giustizia è entrato negli uffici della Direzione distrettuale antimafia a metà mattinata, per uscirne soltanto a ora di pranzo dopo un lungo colloquio i cui contenuti sono rigorosamente top secret. «Le attività d’indagine non sono concluse – ha sottolineato giovedì mattina il sostituto procuratore antimafia Vincenzo Senatore – e non è un modo di dire».

Intanto, per il filone principale, quello riguardante usura ed estorsioni, sono stati fissati per questa mattina i primi interrogatori degli arrestati. Si comincia per rogatoria dai detenuti nel carcere di Secondigliano. Poi lunedì mattina il giudice delle indagini preliminari Alfonso Scermino ascolterà gli indagati condotti nel carcere di Salerno.

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