Cronaca

Chiesto rinvio a giudizio per il giudice Mario Pagano, il fratello sindaco ed altre 21 persone

Chiesto rinvio a giudizio per il giudice Mario Pagano, il fratello sindaco ed altre 21 persone. Le accuse sono gravissime. L’accusa principale è di associazione a delinquere, poi una lunga lista di reati contro la pubblica amministrazione: corruzione in atti giudiziari, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio, millantato credito, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistema informatico e truffa per il conseguimento di finanziamenti pubblici.

L’udienza dinanzi al gip è fissata per il prossimo 13 novembre. Nell’impianto accusatorio la procura partenopea racconta una storia di tangenti mascherate da elargizione ad una squadra di calcio, la Rocchese, assunzioni, interventi in prima persona e favori, come il regalo di un rolex, in cambio di sentenze pilotate.

L’inchiesta

Secondo l’accusa, sarebbe stato creato un sistema corruttivo in grado di influenzare magistrati, politici e funzionari pubblici. L’inchiesta sul giudice Mario Pagano arriva davanti al gip, con la richiesta di rinvio a giudizio a firma della procura di Napoli per 23 persone. Il pool coordinato dall’aggiunto Alfonso D’Avino e dai pm Celeste Carrano e Ida Frongillo ha chiesto il processo per il giudice Mario Pagano, ritenuto al centro di un “vasto sistema corruttivo” e per il fratello e attuale sindaco di Roccapiemonte, Carmine Pagano.

A rischiare il processo sono anche Ermelinda Aliberti, Luigi Celestre Angrisani (imprenditore di una casa di cura a Nocera), Renato Coppola (dipendente della Provincia di Salerno e ritenuto factotum di Pagano), Riccardo De Falco, Giovanni Di Giura (titolari della casa di cura Villa Silba), Luigi Grimaldi, Assunta Ingenito, Roberto Leone, Irene Miceli, Domenico Nicola Montone (funzionario di cancelleria), Giovanni Pagano, Davide Palladino (giudice di pace), Antonio Piluso, l’imprenditore Eugenio Rainone, Filippo Romano, Peppino Sabbatino, Gennaro Saviano, Giovanni Scarano, Giacomo Sessa, Gerarda Torino e Augusta Villani (giudice ordinario a Salerno). Stessa richiesta anche per i legali rappresentanti delle strutture Casa di Cura Angrisani – Villa dei Fiori, Villa Silvia, Royal Trophy e Costruzioni Generali Rainone.

Al giudice, già a processo per episodi di corruzione, viene contestato di essersi speso per cause legate ad imprenditori amici, facendosele assegnare, per poi garantire un esito favorevole. Che si trattasse di compensazioni di spese legali non dovute o di aiuti in qualche procedura di contenzioso. Nel descrivere i due fratelli Pagano, la procura di Napoli disse che entrambi erano accomunati «dall’abuso di potere, che ne caratterizza lo stile di vita e dalla ricerca costante di danaro sotto forma di contributi, non esitando ad utilizzare modalità vagamente intimidatorie».

Fonte: il mattino

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