Cronaca

Battipaglia, sentenza Area Asi: le reazioni

BATTIPAGLIA. Non sono mancate le reazioni, dal mondo politico e non solo, sulla sentenza del Consiglio di Stato sull’area Asi di Battipaglia, che rimette in discussione la gestione con il conflitto di attribuzioni tra il Comune ed il Consorzio. Lo stesso presidente dell’Asi, Antonio Visconti ha evidenziato come “La controversia relativa al recesso del Comune di Battipaglia dal Consorzio ASI di Salerno può, a questo punto, definirsi conclusa: – il Comune di Battipaglia non è più socio del consorzio Asi di Salerno; – il consorzio Asi mantiene piena e totale competenza sulle attività organizzative, urbanistico/gestionali e di governo dell’agglomerato dell’area industriale.

In mezzo c’è il dispiacere per tutti quegli imprenditori che, a causa non loro, sono stati abbandonati e lasciati nel caos. Davanti a noi c’è il dovere e l’esigenza di garantire stabilità e certezza delle regole al fine di ricercare tutti gli strumenti possibili per favorire e accompagnare il rilancio del sistema produttivo battipagliese”. Per il capogruppo di Forza Italia Battipaglia, Valerio Longo si tratta, invece, di una “decisione irrispettosa per le prerogative costituzionali assegnate al Comune. A chi esalta l’ASI voglio ricordare che oltre ad essere un ente inutile è un Ente che ha sprecato e spreca risorse pubbliche”. Per il segretario del Partito Democratico di Battipaglia, Davide Bruno si è ormai “alla confusione.

O si annulla il recesso o si si va fino in fondo e si chiede lo stralcio dell’area di Battipaglia. La cosa più grave è che si gioca sugli investimenti e sui posti di lavoro. Chiedo la certezza e i tempi certi per chi investe su un territorio.Il consorzio è superato dall’introduzione del Suap,dalla norma sui distretti e i contratti di filiera. La programmazione non può essere lasciata alla giustizia ma la politica deve fare le scelte”. Per Vincenzo Inverso di Centristi per l’Europa “Il Comune di Battipaglia deve avviare immediatamente la procedura per rientrare nella Società Consortile e negli organi di governo del Consorzio Asi.

Nel mentre confidiamo sulla responsabilità istituzionale del Presidente Antonio Visconti nei confronti dell’ area Asi e degli imprenditori di Battipaglia che, non possono essere penalizzati da scelte politiche miope e sbagliate per il Nostro Territorio”. Sui social arriva il commento dell’avvocato Ferdinando Belmonte: “Il nulla-osta, ai sensi della normativa vigente, altro non è che, in sintesi, un atto amministrativo con il quale l’Autorità competente attesta la conformità di un progetto di intervento edilizio alla normativa urbanistica vigente.

Non solo (e sempre in estrema sintesi): l’unico strumento (di diritto pubblico) che ha un privato (aspirante industriale) nei confronti di un altro privato affinché la proprietà di quest’ultimo passi all’aspirante industriale è l’istituto dell’esproprio finalizzato alla realizzazione di opifici industriali.
Ebbene, (e sempre in estrema sintesi), il recesso del Comune dal Consorzio ASI era, sostanzialmente, finalizzato a tutelare tutti quegli asseriti industriali che, beneficiando di espropri (allora, anche a prezzi politici), avrebbero dovuto realizzare attività industriali anziché, ottenuti i finanziamenti ed altri benefici di legge, mutare gli immobili da uso industriale ad uso commerciale.

Beninteso. Il caso deciso dal Consiglio di Stato con la sentenza pubblicata in data 5 ottobre 2017 non attiene a coloro che, beneficiando di espropri (per attività industriale), godono ora di una proprietà immobiliare (dal valore di decine di milioni di euro) adibita a tutt’altro (cioè ad attività commerciale ovvero a ville residenziali, con piscina pure, anziché uffici, ecc ecc).

Il caso deciso attiene invece ad un privato al quale il Consorzio ASI giammai avrebbe potuto rilasciare il nulla-osta in quanto trattasi di un intervento edilizio di ben 100.000 metri cubi da realizzare su una area però non edificabile. Non edificabile, si badi, non. E allora, sempre l’uomo della strada si domanda: ma come è possibile che invece il Comune di Battipaglia abbia invece potuto rilasciare il permesso di costruire? Risposta semplice: perché qualche luminare del Comune, nonostante la pacifica giurisprudenza di Consiglio di Stato, Cassazione e Corte Costituzionale, ritiene che a seguito della decadenza di un vincolo espropriativo (nel caso di specie: ad Interporto) l’area diviene edificabile.

La domanda invece da porsi è: perché una Amministrazione comunale dovrebbe ora tutelare coloro che invece non hanno rispettato i patti ossia le convenzioni (ASI)? Perché dovrebbe meritare tutela (a prescindere dalla impossibilità giuridica, cioè dalla impossibilità di sanatorie) la speculazione immobiliare (che nulla ha a che vedere con lo sviluppo industriale). Tutela devono (e potranno, ai sensi di legge) averla soltanto coloro (i veri industriali che conducono industrie anziché altro, per intenderci) che, pur in assenza del nulla-osta ASI, hanno ottenuto un permesso di costruire comunque conforme alla normativa urbanistica”.

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