Cronaca

Bullismo nel Salernitano, l’indagine conoscitiva dell’Asl – I DATI

Bullismo nel Salernitano, l’indagine conoscitiva dell’Asl.


Più di 1.400 studenti del Salernitano sono convinti della presenza di bullismo nel loro istituto scolastico. Atti di bullismo compiuti per lo più in gruppo e davanti a compagni che fanno finta di niente. Sono solo alcuni dei numeri emersi dall’indagine conoscitiva dell’Asl di Salerno, curata dalla dirigente del settore Adolescenti, la sociologa Rosa Zampetti e che ha visto coinvolti 1.864 alunni di 43 istituti di primo e secondo grado del capoluogo e della provincia.

L’obiettivo strategico dell’Azienda sanitaria, secondo quanto riporta Il Mattino, locale salernitana è riuscire nell’intento, invocato da più parti sociali, di costruire un ambiente scolastico che promuova benessere attraverso lo sviluppo di sane relazioni.
Il bullismo è uno di quei fenomeni che hanno un sommerso spaventoso nonostante sia minimizzato e sottostimato nella realtà: di tutti gli episodi che accadono in ambito scolastico, si stima che, oltre il 75%, non venga denunciato e mai giunga all’attenzione dell’adulto. «Il problema, purtroppo, passa sotto silenzio» ricordava, sulle colonne del Mattino, Paolo Guiddi, del Centro Studi e Ricerche di Telefono Azzurro.

Novecento alunni, durante l’anno scolastico 2014, confermano di aver assistito direttamente ad episodi sfociati poi in bullismo, mentre 250 hanno subito prepotenze e solo 73 dicono di essere stati loro il bullo. Coloro che hanno assistito e non sono intervenuti, invece, sostengono di essersi comportati in queto modo perché «penso che ognuno debba difendersi da solo», oppure «ho paura di andarci di mezzo», o «il bullo si comporta bene con me, quindi non sono fatti miei» o, infine, «certi alunni meritano di essere trattati così».

Il 27,5% degli atti di prepotenza conosciuti dai ragazzi rappresentano veri e propri reati, quali le minacce (13%), i furti (11,7%) e la consegna di piccole somme di denaro (2,8%). Restano, tuttavia, le prese in giro (62,9%), le offese e gli insulti (56,4%) e le esclusioni dalle compagnie (36,1%) gli episodi più frequenti stando a quanto risposto, in forma anonima, dai ragazzi.

Le vittime di bullismo affermano di essere tali per sempre gli stessi motivi come l’aspetto fisico (63,8%), il colore della pelle (20,6%), l’essere il secchione della classe (34,2%), l’avere atteggiamenti dell’altro sesso (47,5%). Ma dove avvengono più frequentemente le prepotenze? Dai numeri presentati nel corso dell’evento «Le nuove solitudini nello specchio dei social. Spicchi di vita dei giovani di ogni età» organizzato a Palazzo SantAgostino, viene fuori che nelle scuole secondarie superiori, come licei e istituti tecnici, la percentuale maggiore avviene in classe; nelle medie inferiori, invece, prima del suono della campanella d’entrata.

Un dato che si potrebbe significare che, più si cresce, e maggiore è la sfrontatezza dei bulletti che non si lasciano intimorire dal rischio che possa entrare, improvvisamente, l’insegnante in aula. Ma vicende di prevaricazione succedono anche nei bagni, nel tragitto tra casa e scuola, nei corridoi, nella palestra, via telefono e via Internet. Gli insegnanti non restano a guardare. Lo confermano circa 1.260 studenti che spiegano di aver discusso in classe dell’accaduto, alla presenza del professore. E comunque i docenti, se avviene un episodio di bullismo, intervengono per difendere chi subisce. Secondo l’indagine, però, ci sono anche insegnanti che, di fronte a vicende spiacevoli, farebbero finta di nulla.

«All’interno della scuola, parli degli atti di bullismo che succedono?» – chiedono gli esperti dell’Asl nel questionario. Il 50,9% dice di sì e soprattutto di farlo con gli amici di cui ci si fida. «E al di fuori della scuola?». Ancora una volta, l’amico del cuore è in testa alla speciale classfica; parlarne con i genitori è ipotesi più remota.
Rincuorano, infine, i dati sul futuro: 1.351 studenti su 1.864 sono fervidi sostenitori del «poter essere tutti amici» un domani, nella convinzione che la maniera ottimale per reagire efficacemente ai comportamenti dei prepotenti è isolare, proprio, chi il prepotente lo fa.


 

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