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Elezioni, Battipaglia – 15 domande ai candidati a sindaco: intervista a Cecilia Francese

Questionario a cura di Paolo Vacca

BATTIPAGLIA. L’Occhio di Salerno incontra i candidati a sindaco per le prossime elezioni amministrative a Battipaglia. Un questionario di 15 domande uguali per tutti. Ecco come ha risposto Cecilia Francese:

1. Perché ha deciso di candidarsi a sindaco?

Perché la città ha bisogno di un cambiamento. Ora o mai più. Siamo stanchi di essere governati da una certa lobby che gestisce il potere. E, quindi, nel 2009 insieme ad alcuni amici del liceo, ed un gruppo di volontari, decidemmo di creare questo movimento che non a caso si chiama ‘Etica per il buon governo’ che per noi vuol dire: trasparenza e rispetto delle regole. Vogliamo dare una nuova luce a questa città mortificata dalla mala politica degli ultimi 15 anni.

2. I commissari hanno approvato le linee guida del PUC, data l’obsolescenza di quello vigente. Se eletta, la sua amministrazione darà finalmente a questa città un piano regolatore? Seguirà le linee dei commissari? Come pensa di mettere argine alle infiltrazioni camorristiche? E soprattutto: i tempi?

Sicuramente daremo un PUC a questa città. Il PUC deve essere snello ed economicamente sostenibile. È inutile fare grandi promesse, se poi non si possono mantenere. Il nostro piano prevede il risparmio del territorio: basta costruzioni, diamo spazi verdi a questa città. Rendiamola vivibile. Non intendiamo assolutamente seguire le linee guida dei commissari, fatto da persone estranee al territorio che nulla hanno a che vedere con la storia di questa città. Quelle linee di PUC sono insostenibili economicamente. Nel 2010 siamo stati gli unici a denunciare la cultura camorristica che l’amministrazione precedente favorì. Per cultura camorristica intendo: l’uso della macchina amministrativa a favore di certi individui e a svantaggio dei non-amici. Per quanto riguarda le infiltrazioni camorristiche, siamo stati anche l’unico movimento politico a fare ricorso al TAR perché il marchio di città della camorra non ci appartiene. La delinquenza c’è, la cultura camorristica c’è, ma la Camorra no. O almeno ancora devono dimostrarlo. Come posso mettere argine? Sicuramente mettendo mano alla riorganizzazione della macchina amministrativa e facendo in modo che molti uffici comunali siano trasparenti e che gli atti siano aperti a tutti. Una cosa che abbiamo a cuore, sono le giunte aperte. Già nel 2011 presentammo la mozione – ovviamente bocciata – in consiglio comunale: le giunte devono essere aperte, perché è il momento in cui la squadra del sindaco porta avanti il programma per realizzare un progetto e i cittadini devono sapere che cosa si discute all’interno del Palazzo.

3. Il Comune è a rischio dissesto. Come intende risanare la disastrosa situazione economica?

Il Comune è in dissesto. Con l’amministrazione Santomauro abbiamo aderito al Piano pluriennale. Ma questo piano ci ha solamente imposto le tasse al massimo per 10 anni, la riduzione delle spese del 25%, e l’impossibilità di accedere ai fondi per le opere pubbliche. Come risanarla? Innanzitutto bisogna dismettere i beni del Comune che hanno valore: ci riapproprieremo dei terreni di Taverna che, come ha stabilito il ricorso al Tar, l’Appello ed il Consiglio di Stato, sono del Comune ma per un errore amministrativo sono capitati tra i beni sottratti alla camorra. È inutile dire “dobbiamo fare cassa”. Bisogna mettere mano anche ai numerosi ricorsi al Tar giacenti nel Comune e valutare di risanare alcune situazioni. Ci sono tanti progetti bloccati, come il Piano casa, o l’ampliamento dei sottotetti e solo con questi entrerebbero nelle casse dell’Ente circa 25 milioni di euro. Con quei soldi il Comune fa gratis tutto il manto stradale di cui la gente si lamenta. Infine bisogna diminuire gli sprechi e razionalizzare le spese. Solo così può ripartire l’economia. 

4. Litoranea e viabilità: due annose questioni. Come intende affrontarle?

Non c’è litoranea se non c’è depurazione. Successivamente si può attirare anche turismo. Sulla depurazione ti cito una mozione presentata in consiglio comunale nel 2012 che prevedeva la soluzione definitiva, riattivando il depuratore di Belvedere che raccoglie tutti i reflui di Serroni e Belvedere. Perché quello è un problema fondamentale, perché anche se riattivi il depuratore di Tavernola, c’è il problema Tusciano che taglia la città a metà. L’amministrazione ha preferito aderire a questo mega progetto nato a fine anni ’70 e ripreso nel ’98 con l’ammissione di tutti i paesi picentini. Ad oggi ancora non sono stati attivati gli espropri, e quando la nostra mozione è stata bocciata, ci venne risposto che la nostra soluzione era inutile e che dal 2014 il nostro mare sarebbe stato pulito. È sempre lo stesso ciclo: arrivano i soldi, poi il depuratore non è buono e bisogna farne un altro, e arrivano altri soldi. Qualcuno “ci mangia” sopra, e noi paghiamo le conseguenze. Abbiamo questo grande vantaggio di essere la cerniera tra la costa amalfitana e la costa cilentana, sfruttiamolo. Per quanto riguarda la viabilità, bisogna potenziare quella su gomma, quindi facilitare le perpendicolari che arrivano alla Litoranea. Riprendere il progetto della metropolitana che, ahimè, con l’amministrazione De Luca, pare si fermi a Pontecagnano, tagliando fuori per l’ennesima volta – così come per la sanità – la Piana del Sele. La gente non si lamenta perché non abbiamo rappresentanti della Piana del Sele, né noi né Eboli. Ma non si può parlare di politica di fascia costiera se non si parla in termini di vasta area. Ci vuole un sindaco capace di autorevolezza e di riunire i comuni limitrofi, facendo un sol’uno: comuni della Valle del Sele. Purtroppo le precedenti amministrazioni non hanno nemmeno provato a fare questo.

5. Si sente spesso parlare di “rilancio del commercio”. Come intende fare qualcosa di concreto in merito?

Alcatel, Paif, Termopaif, Cooper Standard e tante altre aziende della nostra zona industriale hanno conosciuto terribili momenti di crisi in questi ultimi 7 anni. Con drammatiche conseguenze sui livelli occupazionali e sulle condizioni economiche di cittadini e famiglie di Battipaglia. Contemporaneamente, si è manifestata pienamente anche la crisi del commercio cittadino, con molte attività commerciali, soprattutto di piccole dimensioni e collocate nel centro cittadino, che hanno dovuto chiudere le serrande o che stanno vivendo situazioni di forte difficoltà. Intanto, però, altre realtà, ad esempio nel settore dell’agricoltura e dell’agro-alimentare, hanno continuato a prosperare, investendo, ampliandosi ed affermandosi sul mercato. Su questo tema delicato vogliamo concentrarci su tre direttrici fondamentali:

– la denuncia e la rappresentazione pubblica dei problemi occupazionali collegati alle situazioni di crisi aziendale, in modo da portare all’attenzione pubblica e sui tavoli che contano a livello provinciale, regionale e nazionale, della situazioni più difficili e con maggiore impatto sui posti di lavoro;

– la necessità di una pianificazione, totalmente assente, che è necessaria e determinante per consentire alle attività imprenditoriali esistenti di definire i loro programmi di sviluppo o alle nuove attività imprenditoriali di valutare l’insediamento nel nostro territorio; opere infrastrutturali, animazione territoriale, incentivi e politiche agevolative per lo sviluppo dell’impresa, rappresentano infatti elementi che creano le condizioni di contesto che favoriscono impresa e creazione di posti di lavoro; ad esempio, con riferimento al SIAD, piano commerciale tanto necessario per il rilancio del commercio a Battipaglia, che oggetto di mercanteggiamenti legati ad interessi particolari, più volte è stato rivisto e rinviato; oppure con riferimento al progetto del rilancio della fascia costiera, nella quale nulla è stato fatto in questi ultimi anni, nonostante la presenza di progetti a rilevanza sovra-comunale;

– la forte azione di pressione, interna ed esterna al Consiglio Comunale, affinché la “macchina” comunale non si ponesse come ostacolo alle imprese disposte a investire, tramite nuove unità locali o ampliamenti, nella nostra Piana del Sele, tramite quella burocrazia negativa, fatta di lentezze e silenzi, di ricatti e pretese, che tanto male fa allo sviluppo imprenditoriale del nostro territorio; diversi sono stati i casi in cui imprenditori locali si sono rivolti a noi perché bloccati o ostacolati nei loro investimenti e nelle loro attività, circostanza ancor più grave in una situazione di crisi economico ed occupazionale quale quella che stiamo vivendo; abbiamo chiesto, inoltre, più volte dello stato di avanzamento dei lavori di opere pubbliche per le quali non sono stati rispettati cronoprogrammi e standard di appalto (zona ASI, chiusura di via Brodolini, ecc).

6. È a conoscenza dell’osservatorio sulle coerenze, il gruppo di verifica delle promesse elettorali nato proprio in vista delle elezioni? Cosa pensa di quest’iniziativa?

Mi fa piacere. Perché tutto ciò che controllo è positivo. Fosse nato prima, avrebbero potuto già vedere chi si è comportato in maniera coerente e chi non l’ha fatto. Abbiamo accettato la sfida perché anche noi abbiamo proposto una struttura di alta vigilanza, un magistrato super partes ad esempio, al quale il cittadino può rivolgersi quando si vede negato un diritto. Un servizio a disposizione del cittadino.

7. Trasformismo e cambi di casacca, ognuno ha il “morto” in casa sua: nessuno è esente da candidati o appoggi esterni da membri delle passate amministrazioni. E il ricambio di cui tutti parlano?

Le nostre liste sono l’espressione del ricambio. Tra i nostri candidati non c’è nessuno che abbia sostenuto la precedente amministrazione, come scritto nel nostro codice etico. Abbiamo rifiutato i pacchetti di voto, perché sono persone che non ti garantirebbero di governare. Come hanno tradito una volta, così lo farebbero una seconda. Queste persone non ci interessano, preferiamo perdere le elezioni, ma vogliamo portare avanti la nostra squadra.

8. Giunta comunale, Albanuova: quali saranno le prime nomine e chi gli assessori della sua eventuale giunta? Pescherete tra i primi non eletti o avete già i nomi?

I nomi non li abbiamo, a differenza di altri che sfruttano le nomine degli assessorati e le promesse della campagna elettorale, per farsi portare voti. Abbiamo sicuramente l’idea che, la nostra, deve essere una squadra composta da persone professionalmente valide indipendentemente dal colore politico che loro rappresentano, perché – come detto prima – se il Comune è a rischio dissesto io ho bisogno di qualcuno che sappia leggere i bilanci e sappia vedere nel futuro, ho bisogno di gente competente per i lavori pubblici e per le politiche sociali. Uno degli assessorati a cui daremo voce è proprio quello delle politiche sociali: negli ultimi quattro anni non abbiamo avuto un assessore che ricoprisse questa carica. 

9. Da anni ci affligge il problema della balneazione, con due depuratori mai attivati. Come pensa di affrontare la questione e ridare alla litoranea di Battipaglia i fasti che aveva negli anni Ottanta?

Come dicevo prima, non c’è litoranea senza prima non c’è depurazione. (Domanda n.4, ndr)

10. Amministrare un comune dopo due anni di commissariamento è una sfida ardua. Ha in mente qualche strategia in particolare?

Dopo questo lungo stop, sarà più facile del previsto perché sarà semplice notare la differenza tra chi non ha fatto nulla e chi farà qualcosa. Questi commissari sono stati il peggio che potesse avere un’amministrazione sciolta per camorra. Si è bloccato ed è morto tutto. Non è cambiato nulla. Non hanno avuto il coraggio di mettere mano nei punti chiave di un’amministrazione che deve funzionare. È tutto rimasto tale e quale. Anzi, a proposito di Albanuova, sono stati coloro che hanno fatto in modo che l’amministratore Giampaolino si dimettesse, perché si opponeva alla “svendita” di Albanuova. Belle le feste e l’apertura delle scuole elementari – che poi mi devono spiegare: è agibile o non agibile? Perché se fosse agibile potremmo evitare di pagare i fitti negli uffici di via Plava e spostarsi lì -, belle le attività ricreative, ma questa città aveva bisogno anche di qualcuno che sapesse governare, cercando di cambiare qualcosa. Io lodo il cielo che questi signori se ne andranno. Noi abbiamo le idee e chiare e questa città la rivolteremo come un calzino.

11. Ha intenzione di aumentare le tasse e/o le aliquote di competenza locale?

Non si possono aumentare le tasse perché sono già al massimo per legge. Quello che abbiamo intenzione di fare è diminuire la TARSU perché è l’unica tassa che dipende da noi. Allora, io voglio rilanciare la società Alba srl perché l’immondizia, come porta denaro agli altri, può portare denaro a questo comune.Il problema è che non è stata mai fatta funzionare per il principio per cui è nata. Il cittadino deve tornare a pagare in base a quanto consuma. Abbiamo la volontà, la consapevolezza e la certezza di ridurre la tassa sui rifiuti.

12. Nessuna amministrazione comunale ha mai concluso il mandato dei cinque anni. Perché?

È sempre la logica della vecchia politica e della spartenza. Prima hai parlato di cambi di casacca, la differenza rispetto alle altre liste – e sfido chiunque a controllare – è che non c’è nessuno, eccetto Pietro Ciotti, con candidati che non abbiano fatto cambi di casacca. Fin quando andremo avanti con questa politica spicciola solo di prendere voti non potremmo mai sognarci di avere un governo efficace. E lo ha dimostrato Giannino Santomauro: 34 assessori in 4 anni, media di 4 mesi ciascuno. Perché Giannino sai come diceva? “Devo dare il mangime un po’ a tutti”. Io mangime non ne voglio dare. Voglio con me persone che sappiano cosa debbono fare e che facciano il bene di questo paese. Ne approfitto anche per dire un’altra cosa: questo è un momento storico, perché abbiamo la possibilità di una maggioranza concreta, visto che il prossimo sindaco, anche se vincerà al ballottaggio, avrà i 14 consiglieri di maggioranza. Se vinciamo noi, siamo noi e basta. Se vincono gli altri, ci sarà tutta la vecchia politica di nuovo al comando.

13. Come giudica il clima della campagna elettorale fino ad oggi?

Alla chiusura delle liste il clima, al momento è sereno. Speriamo resti così fino alla fine della campagna elettorale.

14. Scarsezza di iniziative culturali: come incentivarle?

È inutile parlare di cultura, se prima non creo gli spazi. Bisogna promuovere spazi dove i giovani possano ritrovarsi, culturalmente, musicalmente e socialmente. Abbiamo più di dieci compagnie teatrali che non sanno dove andare a provare. Nel 2011 presentammo un’interrogazione dove chiedevamo il recupero dei capannoni sottratti alla camorra da destinare ai giovani, ci risposero che non c’erano strutture del genere. Due anni fa, quando arrivarono i commissari chiedemmo di riqualificare quel grosso spazio dietro la chiesa di Sant’Antonio. Prima ci dissero sì e poi hanno messo l’ufficio di collocamento. Si potrebbero fare davvero tante cose. Come Giffoni organizza il Film Festival, per i bambini potremmo fare un festival per il teatro amatoriale dei bambini. I bambini sono i più trascurati, probabilmente perché non votano (ride, ndr).Un’altra cosa che noi abbiamo fatto è stato regalare al Comune di Battipaglia un progetto per dei fondi che scadevano della Comunità Europea, per un centro polifunzionale: 1 milione e 200mila euro a fondo perduto, ma vista l’incapacità delle persone che stanno all’interno questo progetto non è mai partito e abbiamo perso oltre 1 milione di euro, nonostante le nostre sollecitazioni.

15. Chi sarà il futuro sindaco di Battipaglia?

La dottoressa Cecilia Francese. Dopo venti anni in cui non abbiamo un sindaco che porta a termine il suo mandato, Battipaglia decide di rinascere e di cambiare volto scegliendo una donna come primo cittadino: ora o mai più.

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