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Pd, disastro elettorale: pronto il dossier sui veleni di Davide Bruno

BATTIPAGLIA. Il Pd di Battipaglia a rapporto dalla segreteria regionale. Dopo l’amaro risultato elettorale, i numerosi equivoci e comportamenti politicamente ambigui che hanno contraddistinto la condotta di diversi esponenti democratici, il segretario regionale Assunta Tartaglione vuole fare luce su quanto accaduto. Soprattutto dopo il colloquio telefonico di pochi giorni fa con il segretario del Pd di Battipaglia, Davide Bruno. La Tartaglione ha chiesto una relazione dettagliata sulla campagna elettorale del partito e sulle motivazioni di un risultato elettorale che certamente non esalta gli organi regionali, soprattutto visto l’impegno diretto del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, al fianco del candidato sindaco sconfitto al ballottaggio, Gerardo Motta.

Il dossier del segretario

Bruno sta preparando il rapporto da sottoporre all’attenzione della Tartaglione. La relazione sarà completata dopo la riunione del direttivo del partito, che si terrà mercoledì 29 giugno. In tale occasione, Bruno presenterà all’assemblea anche le sue dimissioni dal ruolo di segretario cittadino. «Ascolterò cosa ha da dire il direttivo – commenta Bruno – ma è chiaro che attendo eventualmente una risposta scritta da parte dei dirigenti del Pd di Battipaglia. Se non accetteranno le mie dimissioni, dovranno darmi spiegazioni in maniera ufficiale». Il rapporto sarà inviato alla Tartaglione entro la fine del mese di giugno e presentato alla stampa nel corso di una conferenza che si terrà sabato 2 luglio. In tale relazione saranno spiegati, passo dopo passo, tutti i passi compiuti dal Pd di Battipaglia a partire dallo scorso anno, quando l’appoggio di Motta a De Luca, in occasione delle elezioni regionali, mise in evidente imbarazzo il partito. Sarà una relazione ricca di nomi di dirigenti, amministratori e politici del Pd che hanno contribuito al risultato negativo ottenuto alle amministrative battipagliesi e che hanno sostenuto altre forze politiche rispetto allo stesso Pd.

Bypassato Landolfi

È chiaro che Davide Bruno, interpellando direttamente Assunta Tartaglione e la segreteria regionale, ha voluto in qualche modo bypassare la segreteria provinciale, in particolar modo il segretario Nicola Landolfi. Un passaggio per gli organi salernitani Davide Bruno l’aveva fatto ben prima dell’appuntamento elettorale, consegnando al comitato di garanzia un rapporto in cui erano elencati i nominativi che avrebbero sostenuto Motta e non il candidato sindaco del Pd, Enrico Lanaro. Di quella relazione si sono perse rapidamente le tracce e risulta che il comitato dei garanti non abbia neppure preso in considerazione un rapporto politicamente caldissimo. Visto l’atteggiamento della segretaria provinciale, Bruno ha preferito alzare il tiro, rivolgendosi direttamente a Napoli. Il rapporto di Bruno potrebbe finire anche sulla scrivania di De Luca. Di certo il governatore regionale non ha preso bene una sconfitta in una città come Battipaglia, in cui l’ex sindaco di Salerno aveva sostenuto il nome di Motta. Un impegno diretto, seppur non corroborato da una visita ufficiale, che ha di fatto segnato una sonora sconfitta per De Luca. All’interno del rapporto, Bruno ha raccontato la vicenda delle primarie dello scorso anno, che avevano segnato la prima sconfitta per il Pd, visto che a trionfare era stato il civico Enrico Lanaro e non i due iscritti del partito Pietro Ciotti e Nicola Oddati. Con quest’ultimo che era stato inizialmente proposto dai deluchiani come candidato unico, arrivando terzo (su quattro concorrenti) alle primarie. Il segretario cittadino ha raccontato la strada percorsa dal partito fino all’appuntamento elettorale, rievocando i nomi degli iscritti del Pd che hanno da subito sostenuto Motta nonostante la presenza del simbolo del partito al fianco di Lanaro. Un modo per giustificare il magro bottino di voti ottenuto alle elezioni amministrative, 2.044 voti (7,03%), e la successiva sconfitta al ballottaggio, quando il Pd provinciale aveva scelto di puntare su Motta e la segreteria cittadina si era ribellata a tale diktat, sostenendo una libertà di voto che si è tradotta, in segno di protesta, nell’appoggio a Cecilia Francese.

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