Eventi e cultura

David di Donatello: miglior film a Genovese, ma Jeeg sbanca

Notte magica per un cinema italiano di qualità che, lunedì sera, a Roma, si è dato appuntamento per un evento super glam: i 60 anni dei David di Donatello, una serata organizzata in maniera impeccabile, è il caso di dirlo, da Sky, che l’ha anche trasmessa, e che ha visto trionfare su tutti ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’, l’opera prima di Gabriele Mainetti che è riuscita ad aggiudicarsi ben sette statuette, tra cui quella per il miglior regista esordiente, per il miglior produttore, per i migliori attori protagonisti (Claudio Santamaria e Ilenia Pastorelli) e i migliori attori non protagonisti (Luca Marinelli e Antonia Truppo) oltre che per il miglior montatore (Andrea Maguolo con Federico Conforti).

È piaciuta molto la storia di Enzo Ceccotti (uno straordinario Claudio Santamaria), che nel film si trasforma nel supereroe di Tor Bella Monaca, storico quartiere difficile della Capitale. Ha conquistato la critica e il pubblico (e continuerà a farlo) questa storia tutta italiana, a cominciare dalla co-produzione (la Goon Films, dello stesso Mainetti, e Rai Cinema), dalla distribuzione (Lucky Red) e dagli interpreti, tutti molto bravi nel lasciare un ricordo preciso nelle menti dello spettatore.

Un film che – come vi abbiamo già detto dopo averlo visto in anteprima all’ultima Festa del Cinema di Roma è un piccolo gioiello del nostro cinema, uno di quelli che quando si vede resta dentro a lungo perché ha un modo tutto suo – vincente è dir poco – nell’affrontare temi come l’amore, la diversità, la violenza, la disuguaglianza sociale, i social network, l’ossessione di apparire a tutti i costi e quel bisogno tipico dei nostri tempi di essere per forza qualcuno e di avere per forza qualcosa.

Può ritenersi soddisfatto anche Matteo Garrone, che con il suo ‘Il racconto dei racconti’ si è portato a casa sette statuette, tra cui quella per la miglior regia. Sei sono quelle tecniche ricevute: miglior fotografia (Peter Suschitzky), scenografia (Dimitri Capuani e Alessia Anfuso), costumi (splendidi, di Massimo Cantini Parrini, che è arrivato accompagnato da sua madre e che ha dedicato il premio a Ettore Scola) e, ancora, per il trucco (Gino Tamagnini, Valter Casotto, Luigi D’Andrea, Leonardo Cruciano), acconciatura (Francesco Pegoretti) ed effetti digitali (Makinarium).

Il Miglior film è ‘Perfetti sconosciuti’ di Paolo Genovese che ha conquistato la statuetta anche per la migliore sceneggiatura (di Filippo Bologna, Paolo Costella, Paolo Genovese, Paola Mammini e Rolando Ravello), avendo la meglio sul film di Sorrentino (Youth), di Garrone, di Gianfranco Rosi (Fuocoammare) e di Claudio Caligari (Non essere cattivo). Miglior musicista è David Lang per Youth che si è aggiudicato anche il David per la canzone originale: Simple Song #3, interpretata da Sumi Jo. Il premio è stato consegnato da Anna Foglietta e dal cantante dei Negramaro Giuliano Sangiorgi. Il miglior film dell’Unione Europea è Il figlio d Saul di Laszlo Nemes (Teodora Film) mentre il miglior film straniero è Il ponte delle spie di Steven Spielberg (20th Century Fox).

Grandi esclusi: Rosi e Caligari
Gianfranco Rosi e Claudio Caligari sono stati i due grandi esclusi dai premi. Il primo, con il suo Fuocoammare, dedicato ad un tema forte come l’emigrazione, aveva conquistato l’Orso d’Oro all’ultimo Festival di Berlino lo scorso febbraio, ma non è riuscito a portarsi a casa nulla nonostante le quattro candidature. Il secondo, Non essere cattivo, dello scomparso Caligari, nonostante le sedici candidature, ha ottenuto solo il premio per miglior fonico di presa diretta quando, invece, avrebbe dovuto vincere quanto meno per la sceneggiatura scritta da un trio di bravissimi, composto, oltre che da Caligari, da Giordano Meacci e da Francesca Serafini.

Finalmente uno show senza noia 
Ci voleva Sky e la sua super produzione internazionale per riportare il giusto interesse ad un premio che, viste le passate edizioni, finiva sempre con l’annoiare i presenti tra il pubblico come a casa. L’idea era semplice (costi esclusi) ma nessuno ci aveva pensato: copiare per quanto possibile il modello della notte degli Oscar americani, con tanto di mega red carpet, postazione per i fans, per i fotografi e cameraman, una grande e funzionale sala stampa (era ora), il rinnovamento della formula televisiva e tanta, tanta attenzione per l’estetica dello show. Bravo e spigliato, veloce, d’effetto e in gran forma il presentatore, Alessandro Cattelan che ha regalato al pubblico frasi (“E’ il cinema che mi manda”, “Il cinema è il soffitto del cuore”) e non poche battute, tra cui quella rivolta a Gian Luigi Rondi, Presidente dell’Accademia del Cinema Italiano: “Siate brevi – dice ai premiati – con i vostri commenti. Rondi ha 94 anni e vorrebbe arrivare a vedere il vincitore”.

Sul red carpet anche la campagna #VeritaperGiulio e fuori dagli Studios la protesta dei fonici e rumoristi
La mobilitazione per Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto, si fa spazio sul red carpet della cerimonia. L’hashtag #VeritaperGiulio è spuntata su spille da giacca, su braccialetti e su adesivi sfoggiati dai protagonisti della serata. Tra gli altri – come anticipato dall’Huffington Post – hanno aderito alla campagna Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Giuliano Montaldo, Marco Giallini, Anna Foglietta, Paola Cortellesi e il regista Paolo Genovese che ha dedicato il suo david – per un film su segreti e bugie dei nostri tempi – “alla verità per Giulio”. Prima della cerimonia, fuori dagli Studios di via Tiburtina, una serie di tecnici – rumoristi, fonici, montatori di presa diretta – hanno rivendicato con una protesta che anche le loro categorie possano essere considerate per i David. Con striscioni ironici, applausi alle macchine di attori e registi in arrivo e fischietti si sono prodotti in una protesta per una questione molto seria.

Momento selfie
C’è stato prima della consegna del premio al Miglior Autore della Fotografia, Peter Suschitzky, per Il Racconto dei racconti. La statuetta è stata consegnata dal premio Oscar Vittorio Storaro raggiunto sul palco dall’attrice Vittoria Puccini. Prima dell’annuncio del vincitore l’attrice ha coinvolto il direttore della fotografia in un selfie sul palco della cerimonia.

Grandi emozioni
Sono stati in tanti ad emozionarsi dopo aver ricevuto il David, ma il momento più commovente è stato quando è stata annunciata a vittoria della debuttante Ilenia Pastorelli, migliore attrice protagonista per ?lo chiamavano Jeeg Robot’. Il suo stupore, il suo abbraccio con il suo press agent Gianluca Tucciarone, anche lui in lacrime, il suo tremare nel momento in cui Stefano Accorsi le ha consegnato il premio, li ricorderemo a lungo. “È il giorno più bello della mia vita, voglio ringraziare Gabriele Mainetti che mi ha fatto scoprire una passione, l’attrice che c’è in me”, ha dichiarato. Emozioni anche per Claudio Santamaria, premiato come miglior attore, che dopo aver rinraziato anche lui Mainetti, suo amico da venti anni, ha tenuto in particolar modo a ringraziare tutte le persone di Tor Bella Monaca che con le loro storie lo hanno aiutato ad interpretare il suo personaggio. Dopo aver ricevuto il premio, l’attore romano si è tolto il cappello, indossato volutamente per nascondere i capelli completamente rasati nella parte centrale, una trasformazione di look in funzione del nuovo film su cui sta lavorando.

La mattina, al Quirinale con Mattarella
Prima della cerimonia, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto i candidati ai Premi nel corso di una cerimonia alla quale ha partecipato anche i fratelli Paolo e Vittorio Taviani – che hanno portato il saluto a nome del Cinema italiano – il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini e Gina Lollobrigida che assieme ai Taviani ha ricevuto un David Speciale. “Una nuova legge sul cinema ha avviato il suo iter parlamentare”, ha spiegato Mattarella. “Il mio invito è intensificare il confronto, già in corso, tra le istituzioni e i protagonisti del settore per giungere presto a un esito positivo e concreto. Abbiamo bisogno di entrambe le cose: dialogo e efficienza”, ha aggiunto, sottolineando poi – in merito al ddl in discussione al Senato – “l’augurio a che i risultati portino beneficio agli operatori, che favoriscano la formazione dei giovani e consentano un salto in avanti a un mondo così articolato che esprime arte ma, al tempo stesso, costituisce una vera e propria filiera produttiva”.

Il ‘mistero’ sul ‘David Giovane’ e l’intervento di Michele Placido
I giovani hanno trionfato in questa sessantesima edizione, ma sono stati in molti a non capire il senso del ‘David Giovane’ assegnato quest’anno da seimila studenti delle scuole superiori e delle università italiane a ‘La corrispondenza’ di Giuseppe Tornatore. “Non ci credo manco se lo vedo”, ha detto più di un collega in sala stampa. Come è possibile, infatti, che i giovani in questione abbiano preferito quel film a ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’ o agli altri candidati? Felice e contento per la vittoria ottenuta è stato anche Alessandro Capitani, premiato per il miglior cortometraggio per il suo lavoro intitolato Bellissima. Momento anti-giovani con il regista e attore Michele Placido che prima di consegnare il premio a Mainetti, ha tenuto a precisare che lui – “e quelli come lui” – hanno fatto tanta gavetta e molti sacrifici per arrivare dove sono arrivati e che “molti giovani registi di oggi sono troppo bravi, quindi gli auguro il peggio”. Un ennesimo esempio di persona attaccata alla sua poltrona che ha paura che un’altra (più giovane e – perché no? – più brava) “possa togliergliela”. Lo ha ammesso lui stesso.

Tutti i David di Donatello 2016 assegnati:

MIGLIOR FILM
Perfetti sconosciuti prodotto da Medusa Film per la regia di Paolo GENOVESE

MIGLIORE REGISTA
Il racconto dei racconti – Tale of Tales di Matteo GARRONE

MIGLIORE REGISTA ESORDIENTE
Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele MAINETTI

MIGLIORE SCENEGGIATURA
Perfetti sconosciuti < Filippo BOLOGNA, Paolo COSTELLA, Paolo GENOVESE, Paola MAMMINI, Rolando RAVELLO

MIGLIORE PRODUTTORE
Lo chiamavano Jeeg Robot < Gabriele MAINETTI per Goon Films, Rai Cinema

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
Lo chiamavano Jeeg Robot < Ilenia PASTORELLI

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
Lo chiamavano Jeeg Robot < Claudio SANTAMARIA

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Lo chiamavano Jeeg Robot < Antonia TRUPPO

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA 
Lo chiamavano Jeeg Robot < Luca MARINELLI

MIGLIORE AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
Il racconto dei racconti – Tale of Tales < Peter SUSCHITZKY

MIGLIORE MUSICISTA
Youth – La giovinezza < David LANG

MIGLIORE CANZONE ORIGINALE
Youth – La giovinezza < “SIMPLE SONG #3” musica e testi di David LANG interpretata da Sumi JO

MIGLIORE SCENOGRAFO
Il racconto dei racconti – Tale of Tales < Dimitri CAPUANI, Alessia ANFUSO

MIGLIORE COSTUMISTA
Il racconto dei racconti – Tale of Tales < Massimo CANTINI PARRINI

MIGLIORE TRUCCATORE
Il racconto dei racconti – Tale of Tales < Gino TAMAGNINI, Valter CASOTTO, Luigi D’ANDREA, Leonardo CRUCIANO

MIGLIORE ACCONCIATORE
Il racconto dei racconti – Tale of Tales < Francesco PEGORETTI

MIGLIORE MONTATORE  
Lo chiamavano Jeeg Robot < Andrea MAGUOLO con la collaborazione di Federico CONFORTI

MIGLIOR FONICO DI PRESA DIRETTA
Non essere cattivo < Angelo BONANNI

MIGLIORI EFFETTI DIGITALI
Il racconto dei racconti – Tale of Tales < Makinarium

MIGLIOR DOCUMENTARIO DI LUNGOMETRAGGIO
S IS FOR STANLEY < di Alex INFASCELLI

MIGLIOR FILM DELL’UNIONE EUROPEA
IL FIGLIO DI SAUL < di Laszlo NEMES (Teodora Film)

MIGLIOR FILM STRANIERO
IL PONTE DELLE SPIE < di Steven SPIELBERG (20th Century Fox )

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
BELLISSIMA < di Alessandro Capitani

DAVID GIOVANI
LA CORRISPONDENZA < di Giuseppe Tornatore

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