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Narcos 3 – Episodio 1: La strategia del capo

La strategia del capo

  • Titolo originale: The Kingpin Strategy
  • Scritto da: Carlo Bernard, Doug Miro e Eric Newman
  • Diretto da: Andrés Baiz

Trama

L’agente della Drug Enforcement Administration (DEA) Javier Peña, salito agli onori delle cronache a seguito dell’eliminazione di Pablo Escobar e del conseguente smantellamento del cartello di Medellín, torna nella sua città natale (Laredo, in Texas). Sebbene venga accolto come un eroe da familiari e concittadini, egli confessa al padre la sua volontà di far ritorno in Colombia, dove c’è un nuovo nemico da combattere, il cartello di Cali.

L’organizzazione criminale di Cali aveva infatti contribuito alla distruzione dell’impero di Escobar (collaborando di fatto con la DEA) al fine di raccoglierne l’eredità di principale cartello mondiale della cocaina. Mentre tutte le attenzioni erano rivolte al signore della droga di Medellín, il cartello di Cali era cresciuto indisturbato, nell’ombra, sviluppando ben presto enormi volumi di produzione e distribuzione negli Stati Uniti d’America (via Messico), in Europa e in Estremo Oriente. A capo del cartello di Cali vi sono i fratelli Gilberto e Miguel Rodríguez Orejuela, Hélmer Herrera Buitrago (detto Pacho) e José Santacruz Londoño (detto Chepe, di base a New York).

A Cali fervono i preparativi per un evento straordinario: i vertici del cartello daranno una grande festa (a cui presenzieranno tutti i soci, gli alleati, i politici e i poliziotti corrotti, i capi dei cartelli minori e i responsabili della catena di produzione e distribuzione) nel corso della quale Gilberto Rodríguez, di fatto la mente e il capo supremo dell’organizzazione, farà un annuncio di estrema importanza per il futuro di tutti. A garantire che la festa si svolga senza incidenti e senza infiltrati o ospiti indesiderati ci penseranno Carlos Córdova e Jorge Salcedo, a capo di una nutrita schiera di uomini ben armati e addestrati.

Per Salcedo sarà l’ultimo importante incarico alle dipendenze del cartello prima delle dimissioni; uomo sostanzialmente contrario alla violenza e alla brutalità, sogna infatti di fondare una propria agenzia di vigilanza e sicurezza per vivere in pace con la moglie Paola e le sue due figlie. La DEA tenterà di venire a conoscenza di ciò che succederà alla festa infiltrando Andrès, un ragazzo povero di Cali che, col ruolo di cameriere, sarà equipaggiato con una fotocamera nascosta in uno dei bottoni della sua camicia.

Giunge la sera del grande evento. Tra gli invitati figura anche Claudio Salazar, membro del cartello minore di Norte del Valle, che è fortemente inviso a Pacho Herrera a causa di screzi passati non meglio specificati. La bella moglie di Claudio, peraltro, è fortemente desiderata da Miguel Rodríguez.

Nel corso della serata Andrès scatta diverse foto compromettenti che ritraggono importanti esponenti della politica e delle forze dell’ordine colombiane in combutta con i narcotrafficanti. Proprio nel momento in cui Gilberto Rodríguez sta per fare l’importante comunicazione, Andrès viene smascherato da Jorge Salcedo. Il ragazzo si aspetta ovviamente di essere trucidato ma Salcedo gli risparmia la vita a patto che lasci immediatamente la città.

Intanto Gilberto fa la scioccante rivelazione a tutti i presenti: sebbene gli affari vadano a gonfie vele, il cartello di Cali uscirà dal business illegale della cocaina. Gilberto sta trattando con le autorità colombiane; in capo a sei mesi il Cartello cesserà la produzione e la distribuzione di coca e, con gli enormi profitti nel frattempo accumulati e riciclati, investirà tutto in attività legali in cambio di una quasi totale indulgenza per i crimini commessi fino a quel momento.

Memore della triste fine di Escobar, che morì su un tetto di un tugurio di Medellín da pluriricercato, Gilberto ha in questo modo intenzione di godersi il lusso e gli agi che solo la condizione di uomo non perseguitato dalla giustizia può garantire.

Dopo la festa, Miguel Rodríguez e Jorge Salcedo hanno una conversazione. Miguel è talmente contento di come Jorge esegua il suo lavoro di coordinatore della sicurezza che di fatto lo obbliga a ritirare le sue dimissioni. A malincuore Salcedo è costretto a prolungare la sua collaborazione con il Cartello di altri sei mesi (cioè fino allo scioglimento programmato), la qual cosa irrita la moglie Paola, il cui desiderio è che Jorge cessi al più presto ogni rapporto con i narcos.

Peña ha un breve colloquio con il capo della Central Intelligence Agency (CIA) di stanza in Colombia, Bill Stechner. Egli svela all’agente della DEA l’esistenza di una trattativa in corso tra i capi di Cali e le autorità colombiane, e di come i primi si consegneranno alle seconde in cambio di una pena carceraria minima e del mancato sequestro di beni e attività legali.

Peña si mostra disgustato dal momento che vorrebbe vedere i padrini di Cali marcire in galera, ma Stechner afferma che questa trattativa è appoggiata anche da Washington il cui interesse è evitare il ripetersi dei bagni di sangue che caratterizzarono la lotta contro Escobar. D’altra parte il cartello di Cali è praticamente padrone della città: la quasi totalità dei poliziotti è sul suo libro paga come anche la società telefonica, molti tassisti, dipendenti di alberghi, ecc. Ogni chiamata viene intercettata e qualsiasi informazione utile al Cartello arriva a conoscenza di quest’ultimo quasi immediatamente.

Proprio grazie alle intercettazioni, i capi di Cali scoprono che alcuni dei presenti alla festa sono stati profondamente delusi dall’annuncio-shock di Gilberto e covano sentimenti di odio e di discordia nei confronti del Cartello, non condividendo minimamente l’intenzione di consegnarsi alle autorità e di lasciare il business della coca all’apice della sua prosperità.

Rapidamente scatta una feroce operazione di eliminazione di tutti i dissidenti: nottetempo vengono assassinati e i loro corpi fatti sparire nelle acque del fiume Cauca, legati con del filo spinato a lamina che lentamente farà a brandelli i cadaveri riducendoli a cibo per pesci. A una delle vittime è riservato un trattamento particolarmente atroce: Claudio Salazar è infatti tra coloro che mal digeriscono le intenzioni di Gilberto. Pacho Herrera lo sorprende insieme ai suoi uomini in un locale di Cali e, legati gli arti a quattro motociclette, lo smembra tra indicibili urla e sofferenze.


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