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Btp Tecno, stop alla trattativa con i libici dal Ministero

BATTIPAGLIA. Semaforo rosso dal Ministero dello Sviluppo Economico alle trattative tra la Btp Tecno e il gruppo finanziario libico-tunisino Qse interessato all’acquisto dello stabilimento di Battipaglia. Almeno fino a quando l’attuale dirigenza della Btp Tecno non avrà saldato ai circa 90 lavoratori dell’azienda le spettanze rimaste in sospeso. Si parla di circa quattro mensilità, per un totale di circa 720mila euro totali, compresi contributi e balzelli. Una volta che il presidente della Btp Tecno, Gian Federico Vivado, avrà corrisposto le spettanze dovute ai dipendenti dell’azienda, potranno iniziare le trattative con la Qse, dinanzi al Mise, per la cessione della società. La base d’asta è di circa 20 milioni di euro. Hanno fatto il punto della situazione, ieri mattina, i rappresentanti sindacali afferenti alla Btp Tecno, nel corso di una conferenza stampa organizzata presso l’ex scuola De Amicis, all’interno della sede “natalizia” di Radio Castelluccio. Tra gli altri, c’erano Giancarlo De Leo, Fiorenzo Veneri e Paola Trimarchi, da anni protagonisti delle battaglie all’interno della Btp Tecno (ed ancora prima dell’Alcatel) per salvare i posti di lavoro e tutelare il futuro della fabbrica. In merito alle trattative con la Qse, ha spiegato il momento attuale la Trimarchi. «Al Mise, il dottor Giampiero Castano ci ha fatto sapere che c’è l’intenzione di valutare l’offerta di questa finanziaria libica con sede in Tunisia, che sarebbe interessata a rilevare lo stabilimento di Battipaglia – ha spiegato – è un’operazione da circa 20 milioni di euro, ma il Mise ha preteso un piano industriale credibile, giacché non sono intenzionati ad accettare un progetto esclusivamente finanziario. Il Ministero si è fatto garante, siccome parliamo di un sito che ha 44 anni di storia che e ha prodotto tanta ricchezza a Battipaglia». C’è già stato un incontro al Mise tra Vivado, Castano, l’amministratore e il delegato italiano della Qse. «L’azienda che intende acquistare ha fatto sapere di avere un piano industriale, ma Castano ha dato un ultimatum alla Btp Tecno. In pratica, il Mise ha chiesto, prima di avviare ogni tipo di trattativa, di rimuovere la situazione che riguarda gli stipendi non pagati – quattro mensilità – ai dipendenti». In merito ai numeri della crisi della Btp, la Trimarchi ha specificato che «non parliamo solo dei 90 dipendenti dell’azienda, ma di 250 lavoratori interinali che lavoravano con la Btp, di aziende satelliti, per un totale di almeno 500 famiglie che oggi vivono grandi difficoltà». I rappresentanti sindacali, ha evidenziato De Leo, saranno convocati in questi giorni dal Ministero. «Abbiamo spiegato la nostra situazione il 10 dicembre, a Roma – ha detto – evidenziando la questione degli stipendi non pagati e di commesse che la Btp ha scambiato in denaro. Si parla di ben 44 milioni di euro, che avrebbero potuto significare lavoro per 400 persone».

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