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Capaccio, morte neonato: il processo Torrusio va avanti, non cambia il giudice

CAPACCIO. Torna di competenza del giudice Berni Canani il processo che vede imputati 4 medici per la morte del piccolo Piergiorgio Torrusio, deceduto a 36 ore dalla nascita in una clinica di Battipaglia. A stabilirlo è stato il presidente della terza Sezione penale del tribunale di Salerno, Anna Allegro, pronunciandosi nel corso dell’udienza, tenutasi ieri, in merito alla richiesta presentata dal nuovo magistrato incaricato del dibattimento penale, Enrichetta Cioffi, la quale ha rimesso gli atti al presidente affinché il processo fosse riassegnato a Canani per motivi di prescrizione imminente.

Il procedimento ha rischiato di cadere in prescrizione, infatti, a causa dello smarrimento del fascicolo prima, e successivamente proprio per il trasferimento del giudice titolare del dibattimento passato al gip, culminato con la nomina di un nuovo magistrato (che sarebbe stato il terzo a doversi occupare del processo penale) che però aveva chiesto l’esonero proprio perché il processo sarebbe dovuto ripartire da zero rischiando che il dibattimento andasse in prescrizione visti i tempi stretti per una vicenda giudiziaria che va avanti da oltre sette anni.

Ora dunque il caso è ritornato di competenza del giudice Canani con la prossima udienza fissata per il 12 febbraio. La vicenda risale al 2007 ed è divenuta pubblica quando, lo scorso maggio, i genitori del piccolo, Veronica Testa e Giorgio Torrusio, avevano denunciato la lunga trafila giudiziaria culminata con la perdita dell’incartamento inerente gli atti del dibattimento che rischiava seriamente di cadere in prescrizione. Il processo partito al tribunale di Eboli, è stato trasferito a Salerno e poi è tornato di competenza della sede giudiziaria ebolitana ed in ultimo nuovamente a Salerno. Piergiorgio, terzogenito dei coniugi Torrusio, nacque il 14 settembre 2007 presso la clinica “Venosa” di Battipaglia e morì dopo 36 ore. Per i medici della struttura il decesso fu causato da una crisi respiratoria ineluttabile. I genitori del piccolo, però presentarono una denuncia che approdò in Procura a Salerno.

Le indagini presero il via, fu eseguita l’autopsia sul corpo del neonato con i periti che produssero conclusioni diverse: secondo alcuni medici legali il piccolo morì a causa di una malattia legata alle membrane ialine polmonari; mentre per un altro perito il decesso si poteva evitare se il neonato fosse stato messo in incubatrice. Il giudice rinviò a giudizio quattro medici.

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