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Immigrati, Ogliastro si divide e il sindaco prova a tagliarli

OGLIASTRO CILENTO. Un centro di accoglienza ridimensionato: è questa la proposta che il sindaco ha presentato nel consiglio comunale che si svolto questa mattina e si è concluso da poco. Alla luce delle discussioni che si sono accese al termine dello scorso consiglio comunale fra i cittadini del posto, il sindaco Michele Apolito si è fatto mediatore fra la popolazione e la Prefettura, avanzando l’ipotesi che la struttura, dotata di 44 posti ormai accreditati, possa ospitare inizialmente solo una decina e al massimo una quindicina di persone, per lo più, donne e bambini.

L’incontro col prefetto

Michele Apolito, infatti, in seguito al consiglio comunale dello scorso 29 novembre, in cui tra l’altro era assente per motivi di salute, è stato convocato dal prefetto. In quel consiglio era stato approvato il parere negativo dell’amministrazione al centro di accoglienza, stante la mancanza di informazioni, delucidazioni e rassicurazioni sia da parte del consorzio gestore, La Rada, sia da parte della Prefettura. E gli scontri verbali seguiti alla seduta devono aver leggermente preoccupato la Prefettura, il cui interesse non è di certo quello di risolvere il problema immigrazione creando poi un problema di sicurezza pubblica. Di qui la mediazione fra prefetto, sindaco e consorzio La Rada che ha portato all’ipotesi di un ridimensionamento del progetto iniziale.

«Il nostro paese non manca certo di spirito di accoglienza, ma io come sindaco deve tenere presente di tutte le obiezioni. Di certo mi impegno a vigilare sulle persone che verranno accolte», ha rassicurato il sindaco Apolito. «E insieme vigileremo anche su quegli immigrati provenienti dai più disparati Paesi del mondo, che sono già presenti sul territorio da tempo, e ce ne sono più di 40, comunque ben voluti, anche come manodopera. Le diversità sono una ricchezza», ha concluso.

Un sogno per il consorzio gestore

Al consiglio comunale era presente anche la presidente del consorzio, Palma Elena Silvestri, che ha presentato l’organizzazione di cooperative per la quale opera, illustrando quelli che sono i progetti del Consorzio per la struttura di accoglienza di Ogliastro Cilento, sita in via delle Ginestre. Una struttura identificata quale centro di accoglienza, ha spiegato la Silvestri, in virtù del suo essere un insieme di miniappartamenti, per la precisione sei, e quindi non una struttura-albergo, ma un qualcosa che possa avere la parvenza di una casa. «Un sogno», l’ha definito la Silvestri: «Un luogo che poteva essere un esempio. Il nostro impegno è comunque sempre quello di lavorare con le comunità e per le comunità. Non veniamo ad imporre ma a cercare collaborazione. Sul territorio impieghiamo 300 persone circa e muoviamo 500mila euro l’anno: si tratta comunque di impresa, ma di impresa che fa redditività che viene restituita alla comunità».

Sarà comunque una casa in cui troveranno momentaneo rifugio le persone, immigrati extracomunitari e richiedenti il riconoscimento dello status di rifugiati, in attesa che le pratiche burocratiche vengano ultimate. «In genere si parla di circa tre mesi – ha spiegato Silvestri – Ma molto spesso queste persone vogliono andare via, raggiungere Roma e Milano, il nord-Italia e il centro e nord dell’Europa. In ogni caso, una volta ottenuto lo status di rifugiati, entreranno poi nella rete degli Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, n.d.a.), e lì è un’altra cosa».

Una possibilità di lavoro per i giovani

Un centro di accoglienza che comunque, lungi dal seguire l’esempio di Capaccio, come puntualizzato più volte dalla Silvestri, sarà occasione anche di inserimento per i giovani del posto: «Inizialmente, dato il ridimensionamento, non rientreremo nemmeno nei costi. Ma la nostra idea è quella di avviare percorsi di inserimento nel mondo del lavoro, anche avviando stage e tirocini, per i giovani che sul posto hanno le competenze che ci servono e che sono determinate dalla Prefettura. Avremo bisogno sicuramente di mediatori culturali, e laureati in psicologia e scienze della formazione, di Oss (Operatore socio-sanitario e Osa (Operatore socio-assistenziale)».

Accoglienza immigrati e servizi sociali

La Rada ha quindi accettato la proposta avanzata dal sindaco, ricordando che la struttura potrà essere utilizzata per l’accoglienza di altre persone di cui il Consorzio già si occupa: donne e bambini disagiati, per lo più. Perché ormai i 44 posti sono accreditati e il consorzio ci ha investito non poco. In questo caso, comunque,  si attiverebbe una collaborazione con il Piano di Zona dei servizi sociali, strada su cui anche il sindaco Michele Apolito si è avviato. «Il nostro Piano di Zona sostiene 18 bambini, allontanati dalle cure parentali, che si trovano in una struttura a Mercato San Severino. Si potrebbe pensare di ospitarli qui», è stata l’ipotesi di Apolito.

“Un esperimento”, è stato definito, un “vediamo come va” che probabilmente non ha convinto proprio tutti i (pochi) cittadini presenti. Che si pongono una domanda: come farà Ogliastro a esprimere il suo eventuale “no”? Il sindaco ha garantito che in quel caso agirà in tutti i modi che gli sono consentiti, per una scelta che comunque non spetta a lui in prima persona.

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