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Omicidio Dilillo, scontri fuori dall’aula. Il padre: io non gli stringo la mano

MONTECORVINO PUGLIANO. Grande nervosismo nell’aula dove si è tenuta l’udienza preliminare a carico del giovane attore Domenico Diele: «Io non stringo la mano dell’uomo che ha ammazzato mia figlia» sono le parole di Nicola Dilillo il padre della vittima, che non ha voluto concedere alcuna possibilità a Domenico Diele.

Da un lato la madre, il padre e il fratello del ragazzo, che lo hanno accompagnato aspettando silenziosamente l’esito; dall’altro le amiche della vittima, in attesa di guardare in faccia quello che secondo loro è “l’assassino di Ilaria”.

Gli scontri fuori dall’aula

«Assassino, assassino» non hanno esitato a gridarglielo nei corridoi dell’ufficio gup, al terzo piano del palazzo di giustizia, quando l’udienza è stata sospesa su richiesta del magistrato.

L’hanno urlato al giovane mentre l’avvocato Ivan Nigro lo accompagnava all’uscita. Domenico si è girato: era stanco e aveva gli occhi cerchiati. Le ha guardate in silenzio, senza dire nulla, infilandosi il cappellino blu mentre usciva passando per le scale della procura.

La reazione del magistrato

«Assassino, assassino… bastardo» hanno continuato a dire tanto facendo reagire anche il magistrato: «dignità, rispettate la dignità umana», ha detto loro il giudice per le indagini preliminari.

Ma qualcuna di loro ha continuato ad infierire: «Ci guarda con aria di sfida» ha commentato. E poi, rivolgendosi all’amica: «Hai visto? Non abbassa neanche lo sguardo».

 

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