Cronaca

Giugliano, punto di riferimento del clan Fezza-De Vivo al 41bis

Carcere duro per Rosario Giugliano: il 63enne di Poggiomarino ritenuto il punto di riferimeno del clan Fezza-De Vivo operante nel territorio di Pagani è finito al 41bis. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Clan Fezzo-De Vivo, finisce al 41bis il boss Rosario Giugliano

Il 63enne di Poggiomarino, conosciuto anche come “o’ minorenn” e ritenuto dall’Antimafia di Salerno oggi il punto di riferimento del clan di Pagani, è finito al 41bis. L’applicazione è avvenuta dal Ministero della Giustizia dietro richiesta della DDA.

Tra i suoi precedenti: i reati di associazione di stampo mafioso, omicidio doloso, ricettazione, tentato omicidio e rapina. Nel marzo del 2020, il 63enne fu sottoposto alla libertà vigilata. Per essere scarcerato aveva, attraverso la “strategia della dissociazione”, spiegato di essersi pentito per quanto fatto. Giugliano infatti attraverso alcune lettere aveva dichiarato di aver tagliato con il suo passato.

Nell’aprile del 2021, tuttavia, il boss fu arrestato nuovamente perché insieme al complice tentò l’omicidio di Carmine Amoruso a San Marzano sul Sarno. Per quel tentato omicidio ebbe la condanna ad 8 anni e 8 mesi in appetto. In seguito ci fu anche un maxi blitz della DDA di Napoli contro di lui ed altre 10 persone che puntavano a rivendicare maggiori spazi nella provincia napoletana, scontrandosi con il clan rivale.

Secondo le indagini, è proprio dal carcere che Giugliano, attraverso la compagna, avrebbe dato ordini per gestire le attività illecite sul territorio. Proprio questa è una delle ragioni per cui è stato applicato il 41bis, ovvero interrompere potenziali collegamenti con l’esterno.

Alessia Benincasa

Alessia Benincasa, giornalista del network L'Occhio, è esperta in cronaca nera, politica e inchieste.

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