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Palme di confetti: le antiche tradizioni di Santomenna

Per raccontare la tradizione delle palme di confetti bisogna scavare in tempi non recenti. È di usanza fra le massaie e gli artisti di Santomenna creare delle palme di confetti, fil di ferro che riscaldato viene inserito nel confetto e rivestito di carta pesta, formando dei mazzi di fiori o spighe. Il giorno delle palme verranno portate in chiesa per la benedizione.

Questa tradizione è stata per alcuni anni accantonata a riprenderla sono state le mamme dell’oratorio sammennese; ma quando nasce la tradizione delle palme dei confetti?

Il sito della regione Campania, sezione agricoltura, dedica un ampio spazio – la tradizione risale al XVI secolo quando, secondo la leggenda, i saraceni erano sul punto di compiere un’incursione navale approdando sulla penisola sorrentina proprio il giorno della domenica delle palme. Mentre tutto il popolo era radunato in chiesa e partecipava alla benedizione dei rami di ulivo prima di armarsi per combattere l’imminente incursione, giunse la notizia che la flotta saracena era miracolosamente naufragata.

La leggenda delle palme di confetti a Santomenna

La notizia fu portata in chiesa da un pescatore, che portò anche una schiava saracena, unico superstite del naufragio, che l’uomo aveva incontrato sulla spiaggia, dove era stata trasportata dalle onde.

Costei, in segno di ringraziamento per essere stata salvata dalla morte e dalla schiavitù, chiese di diventare cristiana ed offrì al popolo ed al prete i confetti che portava dal suo paese in un sacchetto legato al collo. Da allora le palme di confetti servono, insieme al rametto di ulivo, per la benedizione che il prete fa al popolo il giorno della domenica delle palme”

A Santomenna in tempi antichi la palma era un’occasione per dichiarare il proprio amore. Era di costume che lo sposo regalasse la palma alla sua amata e fra i confetti nascondere l’anello di fidanzamento.

“Vogliamo che i nostri figli crescano con le nostre stesse tradizioni che possano apprezzare le nostre usanze con l’aggregazione – dichiara una mamma che ha ripreso la tradizione delle palme – questa è anche un’occasione per raccogliere dei fondi per il nostro oratorio; chiunque lo vorrà potrà acquistare una palma e contribuire ad altre attività.”


Laura Piserchia


 

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