Cronaca

Parroco in fuga d’amore, un fedele si schiera dalla sua parte: “Posso solo dirgli grazie”

Un fedele si scaglia in favore del parroco dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno saltato alle cronache per la sua fuga d’amore con una parrocchiana: “Posso solo digli grazie”. Lo riporta Salerno Today.

Pareoco in fuga d’amore: parla un fedele

Un fedele della parrocchia ha voluto esprimere il proprio pensiero, sui social, in merito al polverone sollevato in questi giorni: “Lui, arrivava da una cittadina dell’entroterra salernitano e nonostante il buon studio, aveva detto si alla chiamata del Signore entrando in Seminario. Il Vescovo l’aveva assegnato alla Parrocchia della SS Annunziata (Santa Trofimena nell’Annunziata) per aiutare il Parroco. Il ragazzotto, si trovava da seminarista in una delle Parrocchie più antiche di Salerno e dinanzi a colui che per anni era stato il rettore di quel Seminario che ormai era diventata la sua casa e rappresentava la sua scelta di vita amata e ponderata. Era certo, un regalo più bello il suo Signore non poteva farglielo. Ricordo i primi sguardi timorosi, timidi, nei confronti di tutti ma soprattutto di riconoscenza nei confronti del Parroco ormai suo Maestro in tutto, non credo che abbia svolto una sola attività se non prima condivisa con il suo Parroco. Poco tempo e sotto l’influsso dell’amore vocazionale e forse dello Spirito Santo, il timido seminarista si sciolse, ed i giovani trovarono in lui l’amico più grande, col quale confidarsi, condividere le proprie esperienze e per lui i fratellini più piccoli che aveva sempre desiderato”.

Lo sfogo

Il fedele ricorda come “al contempo avesse scoperto di avere anche dei figli, si perché ogni prete ha dei figli, no, non quelli che nascono dall’amore di un uomo e di una donna, ma quelli che nascono dall’amore verso gli altri, verso i bambini della Parrocchia, e conseguenzialmente anche dei genitori, condividendo ed affrontando con loro i problemi quotidiani di ogni famiglia. A volte si dice dei preti che non si sporcano le mani, questo non poteva essere detto di lui, simbolicamente, il ricordo va immediatamente alla festa del ciao, dei bimbi dell’A.c.r., quell’anno, qualcuno si inventò la festa dei colori ed alla fine, lui, era veramente di tutti i colori per giocare, divertendosi con i bambini nella maniera più ingenua possibile, così come dovrebbe fare ogni padre con i propri figli. Poi il Covid, la sua presenza seppur limitata dall’isolamento, era costante, attraverso messaggi, riunioni telematiche o telefonate (mi sbaglierò ma me lo ricordo poco social), collaborò intensamente a quel video-messaggio ai bambini di Bergamo e Brescia, che resta uno dei più bei atti di amore della nostra Parrocchia, ma contestualmente, la delusione, confidatami, di non aver potuto celebrare la Santa Messa nella sua prima Pasqua da sacerdote (era il periodo dell’ isolamento per il Covid). Insomma la sua giovinezza, aveva portato una ventata di freschezza che aveva risvegliato l’intera Parrocchia, seppure in un momento difficile come quello dell’era Covid, ma tutto veniva fatto nel rispetto di tutti, innanzitutto del Parroco ma anche dei fedeli e delle varie associazioni Parrocchiali. Poi come capita in tutte le famiglie, i figli crescono e diventano uomini, vengono chiamati a nuovi ruoli e la famiglia li accompagna, con rammarico ma senza alcuna ribellione, e già questo è cosa buona e giusta, ben consci che i figli sono del mondo in cui vivono. C’erano più di venti giovani alla sua prima Santa Messa nella nuova Parrocchia oltre ad adulti e bambini, per accompagnarlo nella sua nuova fase di crescita, tutti con le lacrime agli occhi, ma consapevoli che il loro figlio avrebbe portato Amore, anche nel nuovo territorio. Le notizie che arrivavano, sporadicamente, perché non era tipo da piangersi addosso, erano che la nuova Parrocchia era una realtà difficile, ma tutti eravamo consapevoli che l’Amore che trasmetteva avrebbe vinto ancora una volta. Ed eccoci tornati alle 13,30 di lunedì 11 dicembre, vedo la sua faccia sbattuta sui telegiornali nazionali ed il suo nome ripreso, senza alcun rispetto, da un manifesto, senza enunciarlo, forse nemmeno al più pericoloso dei delinquenti sarebbe stato riservato questo trattamento. Ma forse mi sono sbagliato, il prete, quello giovane quello bravo non era proprio come pensavo? Il Prete, ligio alla sua Vocazione ed al rispetto di tutti lasciava la Parrocchia senza essere sostituito? No signori, non ci credo, don Umberto era proprio quello che vi ho descritto io, e se non mi credete chiedetelo ai giovani che in 2 anni sono cresciuti nella fede, tanto da piangerci alle notizie del Tg1, chiedetelo a chi nel periodo della sua presenza ha perso un figlio, ed ha trovato quotidianamente una spalla su cui piangere, chiedetelo a chiunque ne abbia avuto bisogno, se non ha trovato un sorriso o una parola di conforto”.

“La mia domanda invece è un’altra, conoscendolo, quanto è stata grande la solitudine in cui si è trovato? Quante volte ha chiesto al Nostro Signore di aiutarlo nella difficile impresa, ma la prova è stata più difficile del previsto? Ma soprattutto a chi ha calpestato i piedi, Umberto per essere sbattuto fra le notizie del Tg1 e delle successive trasmissioni? Possibile che la Chiesa faccia ancora scalpore? Sono tutte domande a cui non so dare una risposta, la mia impressione nell’immenso rispetto nella persona ancor prima che nel sacerdote, è quella che Umberto sia vittima di qualcuno o qualcosa che accusa per non essere accusato, oggi sul Tg1, domani su Canale 5 e perché no anche “le Iene” o “Striscia la notizia” si interesseranno a lui, ma, seppure fosse vero quello che è stato detto (uso il se perché non ci credo) è lo scandalo dell’anno? Obbiettivamente nella mia vita ne ho sentito di peggiori, anche e soprattutto nella mia Parrocchia (non le elenco per non scandalizzare) e non sono apparse in nessuna cronaca nazionale e tutto ciò non vi sembra strano? Perciò prima di scandalizzarci, per piacere diamo tempo al tempo di chiarire. Umberto è una persona che ha amato e che amerà sempre incondizionatamente ed io personalmente posso dirgli solo Grazie”, ha concluso.

Alessia Benincasa

Alessia Benincasa, giornalista del network L'Occhio, è esperta in cronaca nera, politica e inchieste.

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