Cronaca

Saldi estivi in Campania, ecco la data di inizio

Conto alla rovescia per l’inizio dei saldi in Campania dove si avrà tempo fino al 30 agosto per approfittare degli affari; nel dar seguito all’accordo siglato dalle regioni stesse, si è uniformata sulla maggior parte del territorio nazionale la data di inizio dei prossimi saldi estivi, al 7 luglio (primo sabato del mese).

Quest’anno si stima che meno del 40% delle famiglie approfitterà degli sconti e ognuna spenderà non più di 150 euro, gli acquisti sarebbero in calo del 5% rispetto allo scorso anno e il giro d’affari dovrebbe ridursi soprattutto nelle città del Sud Italia. Ma pare che la crisi non riguarderà i negozi di fascia medio – alta nelle città e negli outlet, che faranno il pienone, specialmente durante i primi giorni, dove i cittadini ricercheranno le occasioni più convenienti per accaparrarsi un capo griffato.

Per il resto, l’approccio ai saldi sarà a rilento: i cittadini seguiranno gli sconti per capire la loro reale convenienza, magari aspettando di comprare, in attesa dell’aumento dei saldi. A farne le spese saranno i commercianti dei piccoli negozi, quelli di vicinato, che ogni giorno, a gran fatica, alzano la saracinesca contribuendo a mantenere vivi i nostri paesi, già sobbarcati da numerosi balzelli e penalizzati dalla concorrenza sleale dovuta al dilagare della contraffazione di prodotti privi dei requisiti prescritti dalle leggi comunitarie e nazionali in materia di sicurezza, a tutela dei consumatori e degli operatori economici che agiscono nel rispetto delle regole.

A peggiorare la situazione, in questi ultimi anni sono costretti a soffrire anche per il boom dell’ e-commerce con cui i consumatori possono trovare articoli scontati tutto l’anno, e per acquistarli non devono nemmeno uscire da casa, basta un clic.

L’avvertimento

“Attenzione però – mette in guardia il vice Presidente Confesercenti Provinciale Salerno e delegato territoriale Angri, Aldo Severino – agli sconti eccessivi che potrebbero indurre l’acquirente a conclusioni affrettate; molto spesso infatti si sente dire: “Perchè devo comprare un prodotto in un negozio quando su internet posso trovarlo a prezzo stracciato?”.

Non c’è modo più sbagliato di avvicinarsi agli acquisti on-line. E’ pur vero che il prezzo potrebbe essere più vantaggioso perchè ad esempio il venditore gode di uno sconto migliore da parte del fornitore, perché ha spese di gestione più basse o perché acquista più merce, e in questo caso si può parlare di vero affare, ma tutti questi parametri possono incidere sul prezzo finale di pochi euro, non di certo con degli sbalzi del 20-30 % e oltre, come invece accade quando si confrontano più negozi con un motore di ricerca.

Cosa contribuisce quindi a questa differenza?

Escludendo le offerte o i sottocosto, che sono comunque legiferati, il meccanismo principale che permette ad alcuni venditori di offrire lo stesso prodotto a un prezzo basso può essere basato sull’acquisto all’estero e sull’evasione dell’iva. Anche ai tre colossi Usa, Amazon, Google e Apple, sono state sollevate delle contestazioni che riguardano un’omessa dichiarazione dei redditi, cioè un contenzioso sul pagamento dell’Ires, l’imposta sul reddito delle imprese. Purtroppo il nostro paese, ad oggi, non dispone di una valutazione puntuale e dettagliata di quanto l’e-commerce sottrae, in maniera più o meno lecita, alle casse erariali, così come sottolineato da una recentissima relazione pubblicata dalla Corte dei Conti italiana con delibera del 24 maggio 2018, sul tema “L’e-commerce e il sistema fiscale”, nella quale si analizza il forte impatto che questa tematica ha su tutti i principali settori dell’economia, evidenziando che gli strumenti di indagine e i poteri a disposizione dell’amministrazione finanziaria risultano obsoleti e devono essere aggiornati in chiave tecnologica ed internazionale, per avere una valutazione quantitativa ed un monitoraggio puntuale dell’evasione fiscale in detto settore.

Non lasciamoci attrarre – conclude Severino – dagli acquisti facili, ricordando che potrebbero nascondere un meccanismo molto più complesso di quello che immaginiamo, perché la mancanza di serietà di alcuni concorrenti che hanno e continuano a compiere illeciti in materia fiscale, rovinano il mercato, compromettendo e contagiando anche l’economia tradizionale e le nostre piccole attività commerciali. Ribadiamo poi le consuete raccomandazioni: attenzione ai capi deprezzati perchè possono essere di anni precedenti, all’indicazione dei prezzi prima e dopo il saldo, ai messaggi pubblicitari ingannevoli, facciamo sempre valere i nostri diritti dopo l’acquisto, con la possibilità di cambiare il prodotto danneggiato o non conforme, e infine ricordiamo che il negoziante sotto casa, quello che conosciamo e di cui possiamo fidarci, può darci maggiori garanzie rispetto ad un freddo rapporto con un grande centro commerciale o con un negozio virtuale. Affidiamoci ai commercianti di vicinato!”

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