Cronaca

Salerno, San Matteo sfila tra polemiche e accuse

SALERNO. Le strade gremite di persone, il caldo afoso e l’atmosfera tesa. Così si presentava ieri Salerno per la processione di San Matteo, santo patrono della città. La processione ha sfilato in un clima teso e contraddittorio, alla luce delle ultime polemiche tra l’amministrazione comunale e il vescovo. Monsignor Moretti, infatti, per questa festività ha dettato nuove leggi in linea con la Conferenza Episcopale e, dunque, rompendo una tradizione che andava avanti ormai da anni, ha detto ‘no’ all’inchino del Santo dinnanzi al Comune e alla Guardia di Finanza. Una scelta criticata dai salernitani, legati alla tradizione, e dallo stesso primo cittadino. Così, in segno di protesta, i portatori hanno iniziato con un quarto d’ora di ritardo la processione. Anche in questo caso le critiche non sono mancate: i salernitani si sono divisi tra chi ha applaudito i portatori e chi ha, invece, li ha fischiati.
Già nella mattinata di ieri sono iniziati i battibecchi: De Luca avrebbe discusso con don Antonio Quaranta a causa di un posto riservato non assegnato. Ma è ciò che è accaduto successivamente che ha portato i cittadini di Salerno a gridare alla vergogna. La decisione dei portatori di iniziare alle 18.15 (e non alle 18.00 come previsto) è riconducibile alla scelta di Moretti di allestire le statue nell’atrio del Duomo, rinunciando così all’uscita dal Duomo.
Ma le proteste dei capiparanza sono proseguite con soste non previste e giravolte. Inoltre, stravolgendo le nuove leggi dettate dall’arcivescovo, i portatori si sono recati in tutte le tappe eliminate dalla Curia, tra cui piazza Cavour. Atto vergognoso è stato, invece, quello di poggiare i Santi per terra nei pressi della Provincia.
I portatori delle Statue non hanno voluto rinunciare neanche all’ingresso a Palazzo di Città che, stranamente, è stato trovato aperto. In via Mercanti e in via Da Procida, inoltre, contrariamente a quanto stabilito da De Luca, non è mancato lo spettacolo pirotecnico.
L’arcivescovo ha sfilato in processione tra applausi e fischi. In via Roma, contro Monsignor Moretti si sono elevati cori da stadio, tanto che la Digos si è vista costretta a scortare il vescovo. La processione, durata circa 3 ore, si è conclusa con le parole del vescovo che non hanno però sortito l’effetto sperato. Anche in questo caso, infatti, non sono mancati fischi, urla e cori da stadio.

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