CronacaPolitica

Scafati. Patto tra camorra e politica, condannati i vertici dei Clan

SCAFATI. Corruzione elettorale, scambio di voto, estorsione e minaccia aggravata: maxi condanne per i capi del clan Loreto-Ridosso. Il gup Emiliana Ascoli ha emesso sentenza, questa mattina, per i cugini Gennaro e Luigi Ridosso e Alfonso Loreto, collaboratore e oggi pentito, al termine del rito abbreviato.

Le accuse erano scambio elettorale politico-mafioso, estorsione e minacce.

Nel procedimento parallelo, con il processo in corso a Nocera Inferiore tramite rito ordinario, sono invece imputati l’ex sindaco Angelo Pasqualino Aliberti e il consigliere regionale di Forza Italia Monica Paolino, il fratello Nello Aliberti, l’ex consigliere comunale Roberto Barchiesi, l’ex staffista comunale Giovanni Cozzolino, l’ex vice presidente della società partecipata Acse, Ciro Petrucci, e Andrea Ridosso, fratello di Luigi.

Le condanne

I fatti contestati dal pm dell’Antimafia, Vincenzo Montemurro, abbracciavano il periodo delle elezioni amministrative del 2013 e quelle regionali del 2015.

L’ipotesi, ora confermata dalla sentenza in attesa di leggerne le motivazioni, era di un patto stipulato tra alcuni componenti del clan Loreto-Ridosso e la classe politica. Nello specifico, Alfonso Loreto, considerato promotore dell’organizzazione camorristica, è stato condannato ad 1 anno e 2 mesi di reclusione in continuazione con la sentenza, passata in giudicato, per associazione per delinquere nella quale aveva preso 6 anni.

Il gup ha poi riformulato l’accusa per il 2013, periodo nel quale fu eletto Pasquale Aliberti, in corruzione elettorale.

Il “patto” solo per le Regionali

Discorso differente invece per le Regionali 2015, dove il reato di scambio politico mafioso è stato invece riconosciuto, con l’aggravante dell’intimidazione mafiosa da parte di Alfonso e Luigi Ridosso jr. Per quest’ultimo, la condanna è stata di 5 anni e 8 mesi di reclusione.

Le accuse comprendevano anche delle estorsioni consumate a danno di imprenditori conservieri. Per Luigi e Gennaro Ridosso c’è stato lo sconto di pena, grazie al rito abbreviato. Gennaro, ritenuto uno dei capi del gruppo criminale operante a Scafati è stato condannato per corruzione elettorale per le amministrative del 2013. Nel 2015 era in carcere.

Le accuse erano di estorsione verso gli imprenditori Aniello e Fabio Longobardi e per le minacce aggravate dal metodo mafioso nei confronti della giornalista Valeria Cozzolino. Per lui la condanna a 6 anni e 4 mesi di reclusione.

I tre sono stati interdetti in modo perpetuo dai pubblici uffici e condannati a pagare le spese legali e di giudizio per le parti civili.


Fonte: Salernotoday

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