Economia

Sollecito di pagamento: quando inviarlo e a cosa serve

Per chi guida una azienda, la regolarità dei pagamenti è un dato fondamentale e i crediti in sospeso possono trasformarsi in una sorta di incubo, minacciandone la solvibilità in quanto fanno mancare la liquidità necessaria per la vita dell’impresa. Anche perché nel nostro Paese il sostegno del credito alle aziende continua ad essere un punto estremamente dolente, nonostante la fine del credit crunch seguito al parziale ristabilimento della situazione economica.

Per cercare di risolvere il problema, si può ricorrere alla giustizia, rischiando però di allungare i tempi di rientro, oltre a dover sostenere spese che si possono senz’altro evitare. L’alternativa può essere quella stragiudiziale, ovvero il ricorso a comunicazioni tese a ricordare ai clienti ritardatari o ai partner commerciali la necessità di chiudere il contenzioso. In questo ambito lo strumento migliore è il sollecito di pagamento.

Cos’è il sollecito di pagamento

Il sollecito di pagamento è uno strumento teso al recupero dei crediti vantati verso clienti o fornitori, senza che si renda necessario guastare un rapporto il quale è comunque reputato prezioso per i destini dell’azienda. Si tratta di un procedimento stragiudiziale tale da non presupporre come conseguenza azioni legali, ma anzi teso ad evitarle, per quanto possibile.

I solleciti di pagamento, però, possono essere inviati seguendo una gradazione dei toni che risponde appunto all’esigenza di mantenere rapporti corretti con la controparte. Se il primo serve a ricordare la necessità di saldare un debito, nel caso il destinatario persistesse in un atteggiamento di ostruzione il tono si alzerebbe notevolmente d’intensità, sino alla minaccia di passare alle azioni legali per la riscossione del credito vantato.

Scadenza e ritardo

Nel discorso relativo al sollecito di pagamento, particolare importanza è rivestita dalla scadenza e dal ritardo. La scadenza è il concetto giuridico su cui si basa la richiesta di saldo da parte del debitore. Il requisito di base, affinché si possa intraprendere un procedimento stragiudiziale, è l’esistenza di una situazione di debito tale da legittima il creditore a esigere dal debitore un pagamento.

Di solito una circostanza del genere si innesca quando tra le due parti in causa viene siglato un contratto in cui sia indicata la data a decorrere dalla quale scatta l’obbligo immediato da parte del debitore di saldare il conto.

Il ritardo nel pagamento è invece il dato di fatto che conferisce al creditore il diritto di richiedere il risarcimento dei danni, sotto forma di interessi. Nel caso in cui dopo la scadenza del pagamento e dei relativi solleciti di pagamento, il debitore persista nel suo atteggiamento di chiusura, può essere considerato moroso. Va ricordato a questo punto che il termine ultimo per evitare la messa in mora scatta a partire dai 90 giorni che fanno seguito all’emissione della fattura.

 

 

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