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A stento cammina, ma non gli riconoscono la pensione d’invalidità

CASTELLABATE. Set Tv racconta la storia di un uomo di Castellabate che sta vivendo un incubo. Ne riportiamo la notizia.Trascina la gamba lentamente. Ogni passo è uno sforzo. La foto ai tempi della leva militare, appesa al muro in cucina, forse è l’unica cosa che lo spinge a lottare ancora per vivere.

Perché Antonio Mancuso, 54 anni di Castellabate, sta combattendo da anni ormai contro una grave stenosi del tratto cervicale della colonna vertebrale che gli comporta gravi difficoltà anche solo nel camminare. Nonostante ciò, la sua invalidità non viene riconosciuta dall’Inps. Risultato? Antonio non percepisce la pensione da invalido e non sa più cosa fare per vivere.

«Sono abbandonato da tutti. – esordisce Antonio, mentre mostra la sua difficoltà a fare anche un solo passo – Trascino a stento la gamba e questo mi impedisce di fare qualsiasi cosa. Di conseguenza, senza la possibilità di poter svolgere un lavoro non posso vivere». Eppure, il 54enne, che abita in un piccolo appartamento ad Ogliastro Marina, ha ricevuto la pensione d’invalidità dal 2003 al 2009. Poi, il buio. La sua invalidità, prima riconosciuta al 74%, è stata abbassata al 67%. Dunque, come per legge, niente più sussidio dall’istituto previdenziale. «In base a quale criterio mi hanno abbassato il punteggio? – dice ancora Antonio – Io sono peggiorato, magari avessi avuto dei miglioramenti».

Per tale ragione, c’è anche un processo in corso al Tribunale di Vallo della Lucania. L’udienza, fissata per lo scorso 25 febbraio, è stata rinviata a fine settembre per un impedimento oggettivo del giudice. «Hanno posticipato la causa a settembre, ma io come devo fare per vivere fino a quella data se non ho soldi? – si chiede il 54enne invalido – Non ho un aiuto né a livello statale né a livello locale». Intanto, giorno dopo giorno le sue condizioni peggiorano. Antonio può camminare solo per brevi tratti e con strumenti di appoggio. Ha, quindi, la tendenza a perdere l’equilibrio ed a cadere. Ha difficoltà perfino nel piegare entrambe le gambe.

«Nonostante sia gravemente malato, – spiega il suo legale Giuseppe Russo, che tieni a precisare la gratuità dell’incarico – è abbandonato a se stesso, senza pensione d’invalidità e senza aiuti a livello istituzionale. Riesce a sopravvivere – conclude l’avvocato – grazie alla solidarietà dei vicini e di alcuni parenti. Continueremo a batterci perché gli possa essere riconosciuto ciò che gli spetta essendo una persona, purtroppo, non autosufficiente».

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