Cronaca

Scoperta la truffa delle bare: sotto accusa le confraternite

MONTECORVINO ROVELLA. Accordo fra confraternite e agenzie di pompe funebri per truffare i familiari dei defunti.

Questo quanto emerge dalle indagini del pm Marco Colomonici che nel decreto di chiusura delle indagini accusa di cinque rappresentanti di cinque confraternite di Montecorvino Rovella di associazione a delinquere, vilipendio sui cadaveri, violazione di sepolcro, truffa, violenza privata ed estorsione.

Secondo quanto spiegato da un articolo pubblicato su La Città di quest’oggi, i cinque avrebbero indotto i titolari delle agenzie funebri a non chiudere ermeticamente i coperchi delle bare. Lo scopo: accelerare il processo di decomposizione dei corpi e permettere la riesumazione anticipata di ben 5 anni rispetto al periodo previsto dal regolamento cimiteriale, ossia 15 anni.

Il guadagno per le confraternite era doppio: da un lato la riesumazione e lo spostamento dei resti ossei anticipati ha un costo che le famiglie dei defunti devono pagare alle confraternite; dall’altro lato, avere loculi vuoti vuol dire per le confraternite poter accettare nuovi affiliati che, dietro pagamento, si assicurano così di avere degna sepoltura per sé e per i propri cari.

Sotto accusa sono finiti, secondo quanto riportato da La Città, Umberto Sabato per quella del Santissimo Corpo di Cristo e Rosario; Donato Salvato per il Santissimo Rosario e San Rocco; Carmine Mellone della San Filippo Neri; Vittorio Cerino di Santa Sofia e Santo Rosario; Antonio Martino della Società operaia di mutua assistenza; e tre titolari di pompe funebri: Pasquale Lamberti, Michele Cuomo e Carmine Rossomando.

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