32 anni dalla tragedia dell'Heysel, parla un salernitano: «polizia non all'altezza»

SALERNO. Domenica 29 Maggio 1985, stadio Heysel di Bruxelles, finale coppa dei Campioni: Juventus – Liverpool. Una giornata di sport, l’ultima partita della massima competizione tra club in Europa, si trasforma in tragedia. Le impalcature cedono, i tifosi cercano di correre verso le uscite. 39 tifosi juventini schiacciati, travolti dagli spalti o da altri presenti.

Una tragedia che ha segnato il calcio mondiale: il tifo inglese, in quegli anni malato e dominato dagli hooligan, fu bandito da tutti gli stadi. Aumentarono i controlli.

Dopo 32 anni parla Fiore Cipolletta, storico tifoso granata che dopo la Salernitana nutre un amore per la formazione zebrata. Anche lui era presente in quegli attimi di terrore, in quella giornata sanguinosa, una memoria che come lui stesso ha dichiarato «non può essere cancellata, nemmeno dopo trent’anni».

La prima Coppa dei Campioni juventina è stata macchiata dal sangue di tifosi che non sono mai più tornati da quella che doveva essere una serata da sogno. Una coppa di cui non si può gioire. Cipolletta poi attacca le forze dell’ordine belghe, impreparate e non all’altezza della situazione che si sono trovate a gestire.

«Sicuramente la polizia belga non era preparata a dovere per fronteggiare un simile stato di emergenza – dichiara – e a mio avviso dopo trent’anni ancora non è stata fatta giustizia totale per le vittime di quella strage. Spero con tutto il cuore che la Juve possa alzare la Coppa al cielo ma allo stesso tempo restituire quella vinta con il Liverpool all’Uefa».

(fonte Le Cronache)

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