Cronaca

Operazione "Swahili", il “Living” era sala operativa dello spaccio salernitano

SALERNO. L’operazione “Swahili”, nata quando diversi colpi di pistola furono sparati contro la saracinesca della sala giochi “Living”, in piazza Casalbore, ha accertato che all’interno del locale gira parecchia droga.

I gestori, infatti, usavano il “Living” come base operativa di un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti di vario genere posta in essere dai cugini Donato Desiderio e Danilo Vitale, frequentatori della stessa sala giochi, oltre che figlio e nipote dei titolari.

I pusher Patrizio Cerrito e Eugenio Siniscalchi erano stati assoldati da Roberto Esposito, braccio operativo del piano ideato dal fratello maggiore Cataldo.

Le indagini svolte dagli agenti della Squadra Mobile della Questura hanno accertato l’intenzione, da parte di Esposito e dei suoi sodali, di mettere in piedi una organizzazione dedita al traffico e spaccio di droga ben radicata sul territorio di Salerno. Il sodalizio mirava a controllare in maniera esclusiva lo spaccio di cocaina nel rione collinare di Matierno e di eroina nel cuore del centro storico di Salerno.

Da alcune telefonate intercettate si capisce che il target di riferimento della rete di spacciatori era il popolo della notte, desideroso di sballo, ragazzi e ragazze disposti a pagare cash pur di trascorrere una serata all’insegna della trasgressione.

Matierno, ma anche i bar della zona orientale della città, le discoteche tanto del centro che della periferia, ogni luogo frequentato da giovani era buono per piazzare le dosi che fruttavano fior di quattrini e che, secondo le indagini, sarebbero servite al clan per investire in attività lecite e fruttuose.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio