Cronaca

Da Vallo della Lucania a Torino, l’insegnante di 48 anni: “Non arrivo a fine mese”

Da Vallo della Lucania a Torino: è quello che è costretta a vivere una insegnante di 48 anni, Paola Fierro, che non riesce ad arrivare a fine mese. Oltre a livello emotivo a causa della lontananze dai figli e dal resto della famiglia si aggiunge anche il caro vita: gli affitti e le bollette stanno aumentando notevolmente. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Da Vallo della Lucania a Torino, troppe le spese per l’insegnante 48enne

A livello emotivo la lontananza dai figli e dal resto della sua famiglia inizia a farsi sentire ma non è solo quello: perché a dare il colpo finale sono gli affetti e le bollette che stanno aumentando notevolmente. “Siamo tornati studenti a quasi 50 anni, a stento arrivo a fine mese con un minimo risparmio di cento euro, così è doppiamente dura se si è una mamma che soffre per la distanza dai figli“, sono le parole di Paola Fierro, maestra cilentana di 48 anni. E ancora insegnante a tempo determinato e lavora con supplenze annuali in Piemonte. Quest’anno dipendente al Comprensivo di Rivoli, in provincia di Milano.

È partita dalla sua Vallo della Lucania per tentare di scalare la vetta del precario e raggiungere la tanto e desiderata immissione in ruolo, seppur in età molto avanzata. “Premetto che è una scelta fatta da me. Ma mi sono adeguata come migliaia di colleghe che insegnano tra Lombardia e Piemonte. Ma chiediamo almeno che spese di treno per gli spostamenti e di affitto vengano adeguati al nostro stipendio”, negli ultimi anni però il caro vita costringe i docenti fuori sede a vivere con pochi euro. La maestra precaria racconta che sette anni ha deciso di trasferirsi al nord per lavorare. Ma negli ultimi anni, dopo la pandemia, il caro vita costringe i docenti fuori sede a vivere con pochi euro. “È come se fossimo tornati all’università. A Torino vivo da sola in un monolocale e ho anche una figlia all’università a Roma con prezzi esorbitanti. Sette anni fa ho preso la strada verso il nord. Sapevo che non sarebbe stata facile. Ho lasciato la famiglia. Ho lasciato due bambine e non è stato facile. Mi sono adeguata alla vita di Torino. Il primo anno da sola poi ho convissuto con una collega. Quest’anno ho vissuto da sola. Non resta niente dello stipendio. Lavoro solo per il punteggio al fine di ritornare a casa. Pago 560 euro di affitto a fronte di 1.300 euro di stipendio”. All’affitto però si aggiungono le spese della bolletta: “Altra difficoltà è che io e le mie colleghe del sud non riusciamo a scendere a casa per i costi dei treni diventati assurdi dopo la pandemia chiude la maestra di Vallo Pensi che spendo minimo 90 euro per tornare a Salerno prenotando il biglietto di andata due mesi prima. È ingiusto. Così al nord nessun docente del sud sarà invogliato a lavorare”.

Alessia Benincasa

Alessia Benincasa, giornalista del network L'Occhio, è esperta in cronaca nera, politica e inchieste.

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