Cronaca

Abuso d’ufficio e falso per i contributi alla Croce Rossa, in 3 a processo

Cariello, Lenza e Mastrangelo finiscono in tribunale il prossimo 26 settembre, dovranno rispondere di concorso in abuso d’ufficio e falso per i contributi alla Croce Rossa.

Abuso e falso sui soldi alla Croce Rossa

Dovranno presentarsi davanti al gip Ubaldo Perrotta, per l’udienza preliminare sui contributi dati dall’Ente alla Croce Rossa. Rispondono di concorso in abuso d’ufficio e falso, dopo la richiesta di rinvio a giudizio.

Le persone offese sono i consiglieri di minoranza Santo Fido e Damiano Cardiello che potrebbero costituirsi parte civile. La vicenda è ormai storica, ma i nodi sembrano venire al pettine. Nel febbraio 2017, Agostino Mastrangelo, funzionario del Comune con delega alle politiche sociali:

Su istigazione di Cariello Massimo e Lenza Lazzaro rispettivamente sindaco del Comune di Eboli e l’altro assessore alle politiche sociali.E

Elargì alla Croce Rossa italiano 8mila euro a fronte delle spese sostenute dall’associazione per la realizzazione del progetto doposcuola solidale. Nessuno avrebbe avuto da ridire se gli accordi fossero stati chiari fin dall’inizio.

Il servizio consentiva di aiutare nell’apprendimento i bambini con diverse difficoltà sociali attraverso l’impegno degli operatori volontari. I consiglieri di opposizione, Cardiello e Fido non digerirono la mancanza di trasparenza. Il progetto non avrebbe pesato sull’economia del Palazzo.

Le spese di bilancio furono 8mila

Gli 8mila euro furono attinti dal bilancio 2017 e venne attestato che il progetto fosse ancora in corso, ma non era così. A quel punto, i consiglieri offesi presentarono un esposto alla Procura della Repubblica. I politici e il funzionario comunale, attraverso i loro legali, chiesero l’archiviazione ma trovarono il muro degli oppositori che chiesero di riaprire le indagini.

Fu allora che il Gip Giovanna Pacifico accolse l’opposizione all’archiviazione e dispose la riapertura delle indagini. In quel frangente fu incisiva una nota dell’allora segretaria comunale Livia Lardo che confermava l’iter non corretto evidenziato, dando il via libera alla tesi accusatoria.

Un progetto nobile diventato un vaso di Pandora. Basti pensare che avevamo chiesto di annullare in autotutela le determine ma Cariello si è intestardito. Le bugie hanno le gambe corte e oggi arriviamo alla prospettazione di condotte penalmente rilevanti secondo il Pm, che potevano essere evitate.

Se il servizio fosse a pagamento la nostra verifica non sarebbe mai partita. Una pagina triste per le politiche sociali, a causa di amministratori locali poco flessibili all’ascolto delle opposizioni.

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