Inchiesta

Accoglienza imbarazzante per i turisti al molo salernitano

Siamo a Salerno. Sono le 11 di mattina il sole picchia forte sul molo Masuccio salernitano.

Centinaia e centinaia di turisti in attesa d’imbarcarsi. Arrivare a bordo del traghetto è un miraggio dopo la sosta nel deserto.

Allestito in estremo ritardo rispetto all’avvio dei collegamenti marittimi con la Costa d’Amalfi, il “Punto mare”, una struttura prefabbricata, sconta forti limiti e disfunzioni. Alle biglietterie i turisti sono costretti ad accalcarsi senza che ci sia nulla per disciplinare il flusso e intanto l’attesa si consuma senza che ci sia nemmeno un po’ di ombra per trovare sollievo dal caldo asfissiante.

L’organizzazione che manca

 Quando arrivano i traghetti l’unico modo per comprendere dove sono diretti è riuscire a sentire la voce di un marinaio che attraversa il molo urlando “Positano”, piuttosto che “Cetara”. Incolonnati alla meno peggio e sempre sotto un sole cocente, i turisti si avviano verso la scaletta anche se appaiano smarriti fino a quando non si accertano, a bordo, che la destinazione è quella prescelta.



Nell’attesa, qualche turista prova anche a chiedere informazioni su quali escursioni poter fare in Costiera, oppure su quali eventi sono previsti in città una volta rientrati, ma la ricerca è vana perché non c’è nessun infopoint e le biglietterie sono troppo affollate per domandare ancora.

Per sedersi lo spazio non è molto e non si comprende come mai ci siano alcuni container chiusi che occupano metri preziosi. I bagni non sono sufficienti e suona come una beffa, sulla porta di un container chiuso accanto alla toilette, la targhetta con su scritto: ristorante.

Sulla sicurezza dei turisti in attesa vigilano due poliziotti che, all’occorrenza, fanno anche da guide turistiche. Soprattutto, sorvegliano i bambini che sfuggono ai genitori in fila e si sporgono dal molo. “Attento che vai a finire in acqua” è una delle frasi che si sentono più spesso.

L’unico punto di ristoro, per poter prendere almeno un po’ d’acqua, è un piccolo spazio bar ricavato in un container che offre ai clienti anche la possibilità di sedersi in attesa di partire. La buona pratica della raccolta differenziata, però, sembra non essere mai arrivata in questa zona della città. In tutto il Punto mare, infatti, c’è un solo cestino dei rifiuti, vicino al bar, dove si getta tutto senza distinzione.

Eppure tra 350 e  400mila passeggeri nel corso di tutta la stagione estiva sono costretti ad affrontare tutto questo.

Numeri importanti che dovrebbero far immaginare la creazione di una stazione marittima in piccolo.

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