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Venticinque anni fa l’alluvione di Sarno: la storia e i nomi delle vittime della frana

Il 5 maggio del 1998 l'alluvione di Sarno: le cause e le vittime del disastro naturale che costò la vita a 161 persone

L’alluvione di Sarno e Quindici, o frana di Sarno, è stato un movimento franoso di vaste dimensioni che, tra il 5 e il 6 maggio 1998, colpì, in particolare, le aree urbane campane di Sarno, Quindici, Siano, Bracigliano e San Felice a Cancello, causando la morte di 161 vittime. A seguito di questi avvenimenti la Prefettura di Napoli decise di attivare una rete di monitoraggio ambientale, realizzata e installata da una società del settore, per garantire un controllo delle piogge e dei loro effetti sull’evoluzione della frana.

Il 5 maggio del 1998 l’alluvione di Sarno: le cause

L’area del comprensorio di Sarno, come per tutte le alture che circondano la piana omonima, è costituita da due dominii geologici nettamente separati. Il substato di base è composta da rocce calcaree, al di sopra delle quali le varie eruzioni storiche del Vesuvio hanno depositato strati successivi di piroclasti. Tali due dominii sono ben differenziati e descritti dalle numerose indagini geologiche condotte in epoca storica e recente.

Essi costituiscono due insiemi a diversa densità, con il calcare compatto, e gli strati di piroclasti invece maggiormente sciolti e incoerenti. Tali due strati erano tenuti insieme dalla vegetazione naturale, e anche dalle pratiche colturali a terrazza. L’abbandono di queste ultime ha fatto in modo che i versanti fossero invasi da vegetazione ruderale, più volte bruciata, la quale non assicurava di fatto la stessa continuità tra calcare e piroclasti.


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La storia e le vittime dell’alluvione di Sarno 

Nel mese di maggio 1998, l’area del comprensorio di Sarno fu colpita da un eccezionale evento piovoso, e nell’arco di 72 ore caddero oltre 240/300 millimetri di pioggia. Tale evento causò la dissoluzione della continuità tra calcare e piroclasti, e provocò lo scivolamento catastrofico di questi ultimi sul primo (si trattò di un vero e proprio lahar).

Il 5 maggio alle ore 15:00, si staccò la prima frana dal monte Pizzo d’Alvano, che sfiorò gli abitati sottostanti, mentre la pioggia si abbatté incessante su Sarno, Bracigliano e Siano. La prefettura di Salerno fu avvisata del verificarsi di smottamenti solo verso le 16:30. Alle 17:00 iniziarono a scivolare a valle diverse frane e colate di detriti che travolsero Sarno e le località vicine, abbattendo decine di abitazioni. Nel contempo arrivarono notizie di una frana anche a Siano. I primi soccorsi giunsero in valle dopo circa un’ora, proprio mentre a Quindici, che si trova sul versante opposto del Pizzo d’Alvano, si abbatté una valanga di fango e detriti che seppellì il centro e la frazione Casamanzi. Dopo poco la frazione Episcopio di Sarno fu raggiunta da un enorme colamento che distrusse l’intero abitato.

Durante la serata, mentre altri movimenti franosi colpirono Sarno e Quindici, causando alcuni black-out, furono estratti dalla fanghiglia diversi morti e feriti: questi ultimi furono trasportati nel maggior ospedale della zona, il Villa Malta di Sarno. Ma la situazione assunse proporzioni catastrofiche tra le 23:31 e la mezzanotte del 6 maggio, quando una frana di vastissime dimensioni travolse nuovamente Sarno, invadendo l’ospedale Villa Malta e seppellendo sotto al fango due medici, tre infermieri, il portiere dell’ospedale e cinque pazienti (tra cui due bambini). I primi elicotteri sorvolarono la zona solo dopo le 6.


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Le conseguenze

Secondo quanto riportato da alcune fonti, solamente dieci ore dopo l’accaduto l’assessore all’ambiente della Regione Campania Angelo Grillo inviò ai sindaci della zona un fax in cui si prevedeva la possibilità di eventi catastrofici 

Segnalai che la conformazione orografica e le caratteristiche geoambientali del vostro territorio comunale in concomitanza di particolari eventi piovosi in corso in queste ore, possono determinare situazioni non prevedibili di instabilità con conseguenti eventi franosi catastrofici. Tanto si comunica ai fini dell’attivazione di ogni misura necessaria atta a garantire la salvaguardia della pubblica e privata incolumità“.

Una volta accertata la gravità della situazione, numerosi distaccamenti di forze dell’ordine, pompieri e volontari provenienti da tutta Italia accorsero sul luogo per portare soccorso alle popolazioni colpite. Oltre all’elevato numero di vittime – tra cui diversi bambini -, numerose persone furono salvate dalla colata di fango; tra queste l’attuale vicesindaco Roberto Robustelli, allora studente poco più che ventenne, estratto vivo dopo più di tre giorni dal sottoscala in cui era stato trascinato dalla violenza del limo.

Esaurita la fase di prima emergenza, furono aperti alcuni procedimenti penali verso esponenti dell’amministrazione cittadina di Sarno, volti all’accertamento di eventuali responsabilità. Il 5 maggio del 2010 il sindaco Gerardo Basile, inizialmente giudicato non colpevole in merito all’accusa di omicidio colposo plurimo nei primi due gradi di giudizio, si è visto annullare la sentenza d’appello dalla Corte di cassazione. Questo giudizio – motivato dal fatto che, secondo la Corte, la condotta del sindaco sarebbe stata “passiva” nella gestione degli eventi – ha rinviato il giudizio alla Corte d’appello di Napoli per un nuovo processo.

Nel dicembre 2011 la Corte d’appello condanna Basile alla pena di anni cinque di reclusione, confermata in Cassazione nel 2013. La pena fu poi ridotta di tre anni per effetto dell’indulto del 2006, mentre i restanti due anni furono scontati in regime di affidamento in prova al servizio sociale.

L’elenco delle vittime dell’alluvione di Sarno

In totale furono 161 i morti nell’alluvione di Sarno del 1998, di cui:

  • 137 a Sarno
  • 11 a Quindici
  • 7 a Bracigliano
  • 5 a Siano
  • 1 a San Felice a Cancello

Dopo giorni di scavi tra il fango e le macerie, si arrivò al bilancio definitivo di 161 morti. Tra le vittime del disastro ci fu anche un soccorritore, il vigile del fuoco Marco Mattiucci, a cui – per l’eroismo dimostrato durante i soccorsi – fu attribuita la medaglia d’oro al valor civile.



Alluvione di Sarno, i nomi delle vittime

I nomi delle vittime dell’alluvione di Sarno

  • Emilia Adiletta
  • Filomena Albano
  • Nunziata Albero
  • Aldo Amatruda
  • Antonio Annunziata
  • Nunziatina Annunziata
  • Annamaria Annunziata
  • Eduardo Aufiero
  • Caterina Barale
  • Aurora Barbuto
  • Marcello Barbuto
  • Enzo Barbuto
  • Enrico Battipaglia
  • Michele Bello
  • Virginia Buonaiuto
  • Mariarosa Caiazza
  • Colomba Caiazza
  • Antonietta Cammarano
  • Giuseppina Carillo
  • Ciro Carillo
  • Raffaele Catalano
  • Raffaella Cioffi
  • Giuseppe Contino
  • Antonio Coppola
  • Lucia Corrado
  • Rosa Corrado
  • Michele Costabile
  • Pasqualino Costabile
  • Antonio Costabile
  • Arturo Costabile
  • Tommaso Costabile
  • Angelo Costabile
  • Speranza Costabile
  • Francesca Criscuolo
  • Stefania Criscuolo
  • Franco Criscuolo
  • Giovanni Criscuolo
  • Maria Cristiani
  • Raffaele Cuoco
  • Giuseppina D’Angelo
  • Alfredo De Filippo
  • Carmela De Filippo
  • Gilda De Vivo
  • Elio De Vivo
  • Vincenzo Di Maro
  • Annamaria Dolgetta
  • Maurizio Donnarumma
  • Carmine Esposito
  • Francesco Esposito
  • Celeste Fiorentino
  • Emilio Fusco
  • Natale Fusco
  • Emilia Fusco
  • Michele Fusco
  • Natale Fusco
  • Agostino Galluzzo
  • Carmela Galluzzo
  • Rosario Galluzzo
  • Aurelio Gaudiello
  • Angelo Gaudiello
  • Carmela Gaudiello
  • Ferdinando Giordano
  • Antonio Giordano
  • Giuseppe Giudice
  • Anna Malinconico
  • Filomena Mancino
  • Nunzia Mancuso
  • Alfonso Mancuso
  • Filomena Manzo
  • Amato Manzo
  • Maurizio Marino
  • Rosaria Marmo
  • Marco Mattiucci
  • Rocco Migliaro
  • Gaetano Milone
  • Marialuisa Milone
  • Giovanna Milone
  • Aurelio Milone
  • Gaetano Milone
  • Adolfo Milone
  • Antonio Milone
  • Maria Gaetana Montedoro
  • Rosa Napolitano
  • Rosa Nunziata Talia
  • Rosa Nunziata
  • Armando Odierna
  • Agostino Odierna
  • Emanuela Odierna
  • Stella Odierna
  • Alfredo Odierna
  • Raffaella Odierna
  • Carolina Orza
  • Amelia Paciullo
  • Maria Domenica Pappacena
  • Giuseppina Pascale
  • Alfonso Pellegrino
  • Antonio Peluso
  • Maria Peluso
  • Giovanna Peluso
  • Giuseppe Peluso
  • Lorenzo Picardi
  • Giuseppe Pinto
  • Antonietta Poppa Carbone
  • Lucia Rainone
  • Filomena Robustelli
  • Gaetano Robustelli
  • Dora Robustelli
  • Giovanni Rossi
  • Mariano Russo
  • Saverio Russo
  • Michelina Santella
  • Luigi Saturno
  • Felice Savino
  • Assunta Savino
  • Luigi Savino
  • Italo Scoppetta
  • Roberto Serafino
  • Francesco Siano
  • Pietro Sirica
  • Carolina Sirica
  • Giuseppe Sirica
  • Elvira Soriente
  • Antonio Soriente
  • Luca Squillante
  • Marianna Squillante
  • Antonio Squillante
  • Giuseppe Squillante
  • Giuseppina Squitieri
  • Dora Squitieri
  • Giuseppe Terracciano
  • Giovanna Trotta
  • Carolina Vangone
  • Giuseppe Vecchione
  • Aristide Violante
  • Michele Vitolo
  • Carmine Vitolo
  • Vincenzo Zuccaretti

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I nomi delle vittime dell’alluvione di Quindici

  • Tullio Paolo Avelli
  • Antonietta Caliendo
  • Marilena Casu
  • Raimondo Ladu
  • Carmine Marotta
  • Esterina Mercolino
  • Giovanna Ruggiero
  • Ermelindo Russo
  • Carmela Russo
  • Olga Santaniello
  • Guerino Scafuro

I nomi delle vittime dell’alluvione di Bracigliano

  • Antonio Danise
  • Emanuela Izzo
  • Salvatore Leone
  • Francesco Leone
  • Luigi Leone
  • Salvatore Leone

I nomi delle vittime dell’alluvione di Siano

  • Roberto Bevini
  • Angela Botta
  • Rosalba Botta
  • Ilaria Curioso
  • Maria Esposito

Raffaela Milone, la bambina simbolo dell’alluvione di Sarno

Aveva solo 5 anni in quel maledetto 5 maggio 1998, quando diventò simbolo dell’alluvione che piegò la città di Sarno grazie a una foto scattata dal fotogiornalista romano Stefano Gruppo. Oggi ha 28 anni ma Raffaela Milone ricorda ancora perfettamente i dolori che provò in quei giorni, quando l’intera comunità era impegnata a fare i conti con le conseguenze del disastro. In quella foto si vede tutta la malinconia di Raffaella, ma anche un segno di speranza che la rese simbolo di quell’inferno di fango e detriti.


“Del 5 maggio ricordo la pioggia continua – raccontò Raffaellae le scosse alla casa. I miei genitori avevano intuito stesse accadendo qualcosa di grave, e alle 20 andammo via in auto. Raggiungemmo mia nonna a Napoli. La zona dove era casa mia fu completamente distrutta. Tornammo dopo qualche giorno, avevo insistito con il mio papà per ritrovare delle scarpette che mi aveva regalato. Ne recuperai una tra il fango. Non sapevo dell’esistenza di questa foto fino a qualche anno fa”,

Redazione L'Occhio di Salerno

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