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Marco Mattiucci, l’eroe che sacrificò la sua vita per salvare un bambino dall’alluvione di Sarno

Alluvione di Sarno: la storia di Marco Mattiucci: morto per salvare un bimbo e altre persone. Fu travolto dalla frana

Quando si ricorda il dramma dell’alluvione di Sarno è impossibile non ricordare Marco Mattiucci, membro del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, medaglia d’oro al valor civile. Nato ad Osimo, in provincia di Ancona, morì a Sarno il 5 maggio del 1998.


Alluvione di Sarno, chi era Marco Mattiucci: la storia di un eroe

Ex allievo della scuola militare Nunziatella di Napoli (corso 196° anni 1983-86) soprannominato Matteo e noto per esser stato il direttore del coro degli allievi, era laureando in giurisprudenza quando scelse di svolgere l’anno di servizio di leva come volontario nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco, del quale entrò a far parte il 20 ottobre 1997. Dopo sei mesi di formazione presso le scuole centrali, fu assegnato al comando di Salerno.

In questa veste, accorse insieme alla sua squadra in aiuto delle popolazioni di Sarno ed Episcopio colpite dal catastrofico evento alluvionale del 5 maggio 1998. Era impegnato con il suo automezzo nell’evacuazione di alcune persone quando ricevette l’ordine di ritiro, conseguente all’aggravarsi dei rischi di smottamento della zona dove si trovava.

La morte di Marco Mattiucci per salvare un bambino

Egli tuttavia rifiutò di abbandonare il posto e partì in soccorso di alcune persone, tra cui un bambino, delle quali aveva rilevato la posizione, riuscendo a metterle in salvo. Poco dopo, ancora impegnato nei soccorsi, venne travolto dalla frana insieme al suo automezzo e rimase ucciso.



Le onorificenze a Marco Mattiucci

La città di Salerno ha deciso di onorarne la memoria dedicandogli una strada ed un ponte, zona parco Pinocchio; il comune di Sarno gli ha dedicato il Centro polifunzionale della Protezione Civile; ed il Corpo dei VVFF gli ha intitolato la caserma di Salerno. Il 4 maggio 1999 gli è stata attribuita la medaglia d’oro al valor civile:

In occasione di un catastrofico movimento franoso che investiva il centro abitato, con generoso slancio provvedeva a far evacuare numerosi abitanti dalle case invase dall’acqua e dai detriti e a trarre in salvo un bambino in pericolo. Con tenace e coraggiosa determinazione, pur consapevole dell’incombente, estremo pericolo, continuava l’opera di soccorso a bordo del proprio automezzo, ma veniva investito da un’improvvisa ondata di fango, rimanendo mortalmente ferito nella cabina del veicolo schiantatosi contro un albero. Splendido esempio di elette virtù civiche e altissimo senso del dovere

Redazione L'Occhio di Salerno

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