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Antimafia, ecco il verdetto: sette non candidabili a Battipaglia

La commissione parlamentare Antimafia ha vidimato il resoconto, dopo circa un mese di lavoro, degli oltre 3mila candidati nelle liste dei 13 Comuni a rischio infiltrazioni camorristiche.

Come anticipato (LEGGI QUI), Battipaglia e Roma erano state indicate dalla commissione come comuni ad alto rischio.

Sui 14 casi accertati, otto sono le persone non candidabili (sette delle quali di Battipaglia) che hanno certificato il falso e che saranno segnalate alla Procura della Repubblica. Tre sono i casi di ineleggibilità, e tre di non presentabilità.

«Ci sono partiti politici e persone nascoste sotto liste civiche. A Battipaglia, l’81% delle liste sono civiche, qualcosa vorrà dire. Chi non si è candidato a sindaco con il proprio partito si allea con la parte politica opposta che fa lista civica. E succede in realtà particolari condizionate dalla mafia. I partiti devono decidere di prendere sul serio certe situazioni per estirpare la mafia dal territorio.

Servono forze politiche che non si nascondano, che non facciano operazioni trasformistiche. È facile trovare candidati che hanno perso le primarie nei loro partiti e si alleano con ex avversari» sottolinea il presidente Rosy Bindi.

Aggiornamento

La commissione Antimafia, presieduta da Rosy Bindi, ha emesso il proprio verdetto dopo aver vagliato i curricula di oltre 3.200 candidati (2.220 solo nella Capitale) e aver fatto uno screening acurato su tutte le liste. “La situazione è complessivamente incoraggiante – ha detto Bindi – anche se alcuni dati sono preoccupanti”. Ma dal report emergono ancora “zone grigie” nella Capitale: ci sono, infatti, irregolarità tra i candidati in lista nel sesto municipio romano, zona periferica che include quartieri come il Casilino e Tor Vergata.

I quattordici nomi di candidati “impresentabili” sono tutti nelle liste civiche“Se si vuole combattere la mafia non ci si può nascondere – ha tuonato la Bindi – bisogna metterci la faccia”. La lista stilata dalla Commissione, passata all’unanimità col voto favorevole di Forza Italia, accende i fari soprattutto su Platì, il comune della Locride sciolto per ben quindici volte e dove si sono presentate due liste civiche con candidati legati alle amministrazioni precedenti che hanno provocato lo scioglimento. Le liste civiche, ha lamentato la Bindi, sono “un varco per le mafie è indubbio”“Conosciamo anche liste civiche come capacità di riscatto, non vogliamo certo col nostro lavoro delegittimare tentativi che ci sono – spiega l’esponente piddì – ma il 100% di liste civiche in quasi tutti i comuni sciolti per mafia, qualcosa vorranno dire”.

Oltre a Roma e Platì la Commissione ha preso in esame San Sostene, Joppolo, Badolato, Sant’Oreste, Ricadi, Diano Marina, Villa Di Briano, Morlupo, Finale Emilia e Battipaglia. Dopo lo screening la Bindi ha voluto lanciare un appello a tutti i partiti affimnché si decinano a “prendere sul serio” la lotta alla malavita. “Se vogliamo estirpare la mafia, ci vogliono forze politiche chiare, che non fanno operazioni trasformistiche – ha siegato – ricostruendo la storia di alcune liste civiche si trovano candidati cacciati che si alleano con pezzi di avversari. In un comune, le tre famiglie di riferimento ndranghetista hanno piazzato i loro candidati ciascuna in una delle tre liste. Diano Marina potrebbe presentare un certo interesse da questo punto di vista, ma le mafie non hanno più confini – ha concluso – la provincia di Imperia è la sesta provincia calabrese”.

A QUESTO LINK I NOMI http://salerno.occhionotizie.it/cronaca/antimafia-battipaglia-ecco-i-nomi-degli-incandidabili/

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