Attacchi informatici: la mappa dell'hacking. In Campania 663 sitti sotto cyber attack

Ben 1.200 i siti istituzionali “visitati” dai defacer, a firma prevalentemente musulmana. Oltre 200 le violazioni ai danni di alcuni partiti italiani. Per ben 6 hackeraggi su 10, la motivazione riguarda rivendicazioni politiche, minacce terroristiche e patriottismo. Toscana, Sicilia, Lombardia e Emilia Romagna le aree “più bersagliate”. È quanto emerge dalla Nota scientifica dell’Istituto Demoskopika “La mappa dell’hacking in Italia”.


«In questo momento, in ogni parte del Medio Oriente c’è spargimento di sangue. Quanto è doloroso vedere che è sangue musulmano ad essere versato. Questo scenario non ha un posto nel libro sacro. Perché esiste l’ONU? Quale contributo da alla pace nel mondo?

L’unica cosa che fanno è servire un’agenda segreta. L’onore e la dignità dei musulmani stanno morendo. Per noi è importante guadagnare il consenso di Allah non il consenso dei servi (di Allah). Noi non abbiamo mai disperato della misericordia di Allah e non lo faremo». A firmare la violazione ai danni del sito dello Sportello di informazione sociale della Città Metropolitana di Torino, avvenuto appena lo scorso 18 gennaio, l’hacker Turk Hach Team.

Nello stesso giorno venivano deturpati, dallo stesso defacer Nofawkx Al, le home page dei comuni di Stresa in Piemonte e di Isola Rizza in Veneto. In questo caso l’azione dell’hacker era interamente incentrata a denunciare il fenomeno corruttivo definito «come un cancro che si diffonde rapidamente e che ostacola la crescita delle nazioni», enfatizzando il ruolo di «tutte le persone nel mondo che protestano perché politici e funzionari pubblici accettano tangenti e si arricchiscono alle spalle del cittadino comune».

Sono solo alcuni recentissimi attacchi informatici che dal 2001 ad oggi hanno violato home page o pagine interne di quasi 12 mila siti italiani di “interesse regionale” con in testa Toscana, Sicilia, Lombardia ed Emilia Romagna. A finire nelle attenzioni dei defacer anche i partiti, hackerati almeno 200 volte nell’arco temporale considerato. La motivazione prevalente all’origine dell’intrusione informatica riguarda l’universo della rivendicazione politica, spesse volte estrema, quasi totalmente appannaggio di probabili cracker battenti “bandiera mussulmana”.

È, il caso, ancora, dell’Anonymous Arabe, che tra il 3 ed il 4 gennaio scorsi, penetrava i siti di quattro comuni abruzzesi (Roccascalegna, Montesilvano, Castel Frentano, Mozzagrogna) e del comune lombardo di Paullo per recapitare un messaggio inequivocabile: «siamo mussulmani e ne siamo orgogliosi. Il Corano è il nostro libro. Noi crediamo in Allah e lavoriamo per Allah. Morte a Israele, Palestina libera. Gerusalemme è nostra». Stessa rivendicazione che il 15 gennaio aveva raggiunto il portale “monitoraggiograduatorie.gov.it” della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Cyberattack: Toscana al top per siti violati

Negli ultimi quindici anni, sono stati ben 11.555, i siti di “interesse regionale” conteggiati dall’Istituto Demoskopika…



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