Cronaca

Università, Tommasetti lascia l’Ateneo: “Sei anni di crescita significativa”

Aurelio Tommasetti non è più il rettore dell’Università degli Studi di Salerno. Si è tenuta questa mattina in Aula Magna di Ateneo la cerimonia di saluto del rettore Aurelio Tommasetti alla comunità universitaria.

Aurelio Tommasetti lascia l’incarico di rettore dell’Università degli Studi di Salerno

Nel ripercorrere il sessennio 2013-2019, il rettore Tommasetti ha raccontato l’Ateneo in cifre, illustrando i risultati ottenuti in questi anni sui versanti della didattica, della ricerca, della terza missione e dell’internazionalizzazione.

In 60 minuti un corposo viaggio lungo 6 anni, dentro le tappe principali del percorso di crescita dell’Ateneo: dall’aumento costante delle immatricolazioni, ai fondi recuperati annualmente su base premiale, all’ampliamento dell’offerta didattica, all’investimento in ricerca sui percorsi di dottorato, al supporto all’imprenditoria giovanile degli spin-off universitari, fino alla programmazione dei “nuovi campus” di Fisciano e Baronissi, riqualificati e potenziati negli spazi e nelle strutture.

Le parole di Tommasetti

“Sei anni di significativa crescita per il nostro Ateneo puntando in primis sul fattore Merito – ha esordito il rettore. Abbiamo lanciato per la prima volta la politica rivoluzionaria di UNISA Premia il Merito, abbiamo attuato il piano assunzionale che ha visto 565 nuove unità di personale entrare a far parte dell’Ateneo per nuovi ingressi e progressioni di carriera e che continuerà con le assunzioni già programmate per altre 250 unità circa.

52 sono invece i milioni che siamo riusciti a recuperare dalle entrate del Fondo di finanziamento ordinario. Senza dimenticare la crescita della reputazione internazionale dell’Ateneo nei ranking nazionale e mondiali e il costante miglioramento della vivibilità dei campus.

L’Università di Salerno è stata ed è la mia famiglia. L’augurio al mio successore Vincenzo Loia è quello di continuare a puntare sui giovani, portando avanti il merito, l’internazionalizzazione e il valore della comunità”.

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