Cronaca

Bimba morta a Palinuro, Margarita come Carlo: “Non può essere fatalitĂ ”

Palinuro, bambina morta mentre percorreva un sentiero di trekking: il destino della piccola Margarita come quello di Carlo Fulvio Velardi

Palinuro, bambina di soli 5 anni morta sabato 22 maggio mentre percorreva un sentiero di trekking: il destino della piccola Margarita come quello di Carlo Fulvio Velardi, il 15enne napoletano deceduto il 26 luglio 2011 a Punta Licosa, oasi naturalistica di Castellabate. Il giovane, come riporta Il Mattino, morì precipitando sugli scogli a causa del cedimento di una staccionata in legno.

Margarita come Carlo: “Non può essere una coincidenza”

I genitori del 15enne napoletano morto a Punta Licosa, hanno scritto una lettera indirizzata ai genitori di Margarita. “Dieci anni fa in circostanze simili, a Punta Licosa, sempre nel Cilento, è morto a 15 anni mio figlio Carlo Fulvio. Avrei potuto pensare a una fatale, tragica, coincidenza se le immagini apparse nel TG regionale non avessero inquadrato una maledetta staccionata di legno che ancora una volta, per i materiali utilizzati, per il modo in cui è stata installata, per la mancanza di manutenzione, si è rivelata una trappola mortale. Ho rivissuto tutto. La stessa staccionata assassina, dopo la morte di mio figlio, è stata installata in altri luoghi del Cilento. A nulla sono valse le nostre denunce sui quotidiani. A nulla è valsa la perizia da noi presentata al processo per la morte di Carlo, che illustra nel dettaglio i materiali e le modalitĂ  di installazione di un simile manufatto sul limitare di un sentiero a strapiombo”, scrive Anna Maria Velardi.

“Leggiamo ancora una volta che la procura della Repubblica di Vallo della Lucania dovrĂ  far luce sulla vicenda. E mentre tutto il bagaglio di frasi fatte viene rispolverato a corredo della tragedia vera di una famiglia, mi viene da pensare a quello che è successo alla mia famiglia: interminabili anni di tortura tra processi rinviati, cambi continui di pubblici ministeri e di giudici. Solo due anni fa una sentenza di condanna penale di primo grado, ora si va in appello, mentre del processo civile ancora nulla. Nel frattempo la notizia diventa vecchia, perde la sua forza attrattiva e viene superata da altre piĂą fresche. E noi qui ad abbracciare idealmente la famiglia tedesca vittima della stessa tragedia che ha colpito noi”, conclude.

 

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