Cronaca

Battipaglia, stop all’assitenza domiciliare per i disabili: Consulta contro Piano di zona

«Il Piano di Zona S4 non ottempera alle leggi vigenti in materia di disabilità». Sono le conclusioni cui è giunta la Consulta dei Disabili, dopo l’interruzione dell’assistenza domiciliare disposta dal Piano lo scorso 4 luglio. Alla nota, che ha sancito l’interruzione a partire dall’8 luglio, seguirà la gara per il servizio.

Stop all’assitenza domiciliare per i disabili

Una circostanza che ha fatto sussultare la Consulta. Per questo, nei giorni scorsi, l’organo presieduto da Anna Bruno ha indirizzato una lettera agli uffici del Piano, alla Regione Campania e a tutti i Comuni che afferiscono all’Ambito S4, fra cui quello di Battipaglia e il comune capofila, Pontecagnano Faiano. Secondo la Consulta, infatti, il Piano «crea ulteriori difficoltà a chi di difficoltà ne ha già tante».

Fra le carenze riscontrate dai membri dell’organo consultivo, l’assistenza socio-educativa degli alunni disabili, a cura dei comuni. «Solo il Comune di Battipaglia ottempera a questa legge – si legge nella missiva – tutti gli altri del Piano S4 la disattendono e i disabili sono costretti ad adire alle autorità giudiziarie per vedere riconosciuti i propri diritti». Anche per il servizio di assistenza ai disabili ultra-65enni, ci sono preoccupazioni.

«Il Piano di Zona non rispetta i dettami delle leggi e le linee guida dei Fondi Nazionali per la non autosufficienza – scrive il presidente Bruno – Il bando che ha emesso il Piano riguarda fondi di contrasto alla povertà, che dovrebbero essere un servizio aggiuntivo e non sostitutivo». Un’altra circostanza che spinge la Consulta a dichiarare che «il Piano viene meno alle leggi dello Stato». C’è poi la questione del bando, che il Piano vorrebbe espletare: «Sia lo Stato che la Regione preferiscono i voucher per due motivi: in primo luogo, è l’unico sistema di controllo diretto dell’utente – ricorda la Consulta – inoltre, con i voucher viene data la possibilità alle piccole associazioni e cooperative di proporre servigi di qualità superiore». Una possibilità stroncata dal bando previsto dal Piano. Lo stesso che, secondo Bruno, gestisce i servizi «con personale delle coop che sono accreditate per erogare a loro volta dei servizi». In ultimo, la Consulta rivolge la propria attenzione sul Comune capofila, che non sarebbe in possesso di nessuno dei tre requisiti previsti dalla Regione Campania: liquidazione delle fatture entro 60 giorni, attualmente pagate anche dopo 600 giorni, un dirigente di Piano, di cui Pontecagnano è sprovvista, e personale comunale specializzato, invece sostituito dalle cooperative. E così, torna a sollevarsi il caso.

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