Cronaca

Battipaglia, cava sul Castelluccio sotto sequestro

BATTIPAGLIA. Sette ettari di cava sulla collina del Castelluccio sono finiti sotto sequestro per distruzione e deturpamento di bellezze naturali. La brillante operazione è stata condotta tra venerdì e ieri mattina dal comando di Polizia municipale di Battipaglia, coordinato dal comandante Giorgio Cerruti, e dall’ufficio tecnico del Comune. L’ampia zona, che si trova al confine con uno dei siti di stoccaggio in attesa di bonifica sul Castelluccio, doveva essere oggetto di riqualificazione agraria. Almeno questa era la tipologia di richiesta presentata agli enti preposti – tra cui il Comune di Battipaglia – dal proprietario dei terreni, Nicola De Biase. Invece, stando ai risultati del sopralluogo effettuato dalla Polizia municipale e dall’ufficio tecnico comunale, nella persona dell’ingegnere Osvaldo Amoroso, in sinergia con il Genio Civile di Salerno, sul luogo sarebbe stata posta in essere un’attività estrattiva almeno sei volte superiore rispetto al limite consentito. In luogo del limite concesso dalla legge di 5mila metri cubi per ogni ettaro, dalla zona sarebbero stati esportati materiali, a vista d’occhio, per almeno 30mila metri cubi per ogni ettaro. Per un totale, su sette ettari, di circa 210mila metri cubi. All’interno della cava stava lavorando, in qualità di committente, l’azienda battipagliese Nol.Ter. srl, il cui amministratore è Antonio Terralavoro.
I circa sette ettari di terreno sono stati posti sotto sequestro. L’ipotesi di reato è quella prevista dall’articolo 734 del Codice Penale, ossia distruzione o deturpamento di bellezze naturali. In pratica, la collina del Castelluccio risulterebbe oltremodo sfigurata e deteriorata anche a causa di tale vorace attività estrattiva, secondo le risultanze del sopralluogo.
Gli atti sono stati portati ieri mattina alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, che ha aperto un fascicolo per indagare sull’accaduto. Il coordinamento delle indagini è stato affidato al pubblico ministero napoletano Claudia D’Alitto, di recente trasferitosi dalla Procura della Repubblica di Siracusa.
I prossimi passi che dovrebbero compiere gli inquirenti sono relativi a dei nuovi sopralluoghi che saranno effettuati per comprendere la tipologia di materiale asportato e a chi sia stato ceduto o venduto. Su tali basi, la Procura vorrà di certo visionare pagamenti, fatture e tutti gli atti contabili concernenti presunte vendite del materiale asportato dalla cava sul Castelluccio. D’altra parte, il proprietario dell’area potrebbe essere costretto a ristabilire lo stato delle cose, ossia a riportare i livelli del terreno alle condizioni precedenti l’attività estrattiva.
Intanto, l’ufficio tecnico del Comune sta valutando la tipologia di attività produttiva messa in atto sul Castelluccio in ordine alla commercializzazione del materiale estratto.

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