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Battipaglia, chiude il Chinasky Cocktail bar

BATTIPAGLIA. A Battipaglia chiude il il Chinasky Cocktail Bar di piazza IX Aprile 1969, lungo viale De Crescenzo. L’ordinanza di chiusura immediata è stata disposta dal Comune e firmata direttamente dal dirigente del settore tecnico comunale, l’ingegnere Giancarlo D’Aco. Il locale è stato chiuso perché il tetto era di circa venti centimetri più basso rispetto ai limiti consentiti dalla legge per il tipo di attività commerciale.

A seguito di alcuni esposti, gli uffici tecnici di Palazzo di Città si sono attivati, accorgendosi che le cubature e le altezze del bar, aperto quasi un anno fa, non erano idonee ad un esercizio di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande.
Il locale era diventato un punto di aggregazione per tanti giovani battipagliesi, organizzando eventi, serate e manifestazioni. Un movimento di ragazzi che probabilmente ha attirato le attenzioni del vicinato, al punto da scatenare le ire di chi ha presentato gli esposti che hanno portato ad un controllo edilizio da parte degli uffici tecnici comunali e del personale della Polizia municipale.

Il titolare del Chinasky Cocktail Bar, il 34enne Luca Marrandino, è venuto a conoscenza della notizia nella mattinata di ieri, quando ha notato il documento che lo riguardava affisso all’albo pretorio del Comune di Battipaglia. Solo nel pomeriggio il provvedimento gli è stato notificato. Marrandino ha fatto sapere che presenterà ricorso al Tar avverso tale ordinanza di chiusura immediata.
«Quasi un anno fa, il Chinasky Cocktail Bar apriva i battenti – afferma Marrandino – A spingermi in questa avventura è stata la passione per il mio lavoro, per la socialità, per le persone e per ogni singola storia che ognuno che poggi i gomiti sul bancone del mio bar si porta dietro. Ho concepito il Chinasky come un salottino di casa, come un posto di aggregazione dove ognuno possa sentirsi a casa sua e accrescere il valore del mio lavoro. In quasi un anno ho cercato, con risultati alterni, di far diventare il Chinaski la casa di ognuno e dopo quasi un anno ci vogliono togliere questa casa. La tolgono con parole in “avvocatese” e con i cavilli, con i vizi di forma e le ordinanze. In un mondo dove pregiudicati e prescritti decidono per noi, in un mondo dove il malaffare e la delinquenza sono all’ordine del giorno o addirittura tollerati, ci chiudono casa per 20 centimetri. Da lunedì avvierò tutte le procedure legali del caso. Combattiamo l’ignoranza, i vizi di forma, la lingua “avvocatese”, i cavilli e i 20 centimetri con l’allegria».

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