Cronaca

Battipaglia, Ciotti finisce sott’accusa. Lanaro: «Mio figlio di 10 anni si sarebbe comportato in modo diverso»

BATTIPAGLIA. Critiche dal centrosinistra a Pietro Ciotti dopo la decisione dell’ex sindacalista di rompere il patto delle primarie e di andare verso una candidatura solitaria a sindaco. Se il segretario provinciale del Pd, Nicola Landolfi, ha preferito evitare ogni ulteriore commento dopo aver visto cadere l’ultimo appello fatto a Ciotti per rientrare nella coalizione, lo stesso non hanno fatto Nicola Oddati ed Enrico Lanaro.

L’ex assessore al Comune di Napoli ed il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra non hanno risparmiato critiche a Ciotti. «Passerà alla storia come la persona che ha diviso il Pd, se si perde è colpa sua – commenta Oddati – Il suo problema non sono mai stati i voti della destra alle primarie, che sono state fortemente influenzate. Solo che questi voti dalla destra non sono andati solo a Lanaro, ma anche allo stesso Ciotti e Carmine Galdi». Oddati spiega che «la volontà del centrodestra era di dividere il Pd per evitare la mia vittoria che, in una competizione elettorale normale e nonostante solo due settimane di preparazione, sarebbe stata possibile. È storia il fatto che Ciotti abbia fatto da ostacolo ad una candidatura unitaria. Ha posto prima il veto su Landolfi e poi sulla mia persona.

Ha diviso scientificamente il Pd perché l’unico obiettivo reale di Ciotti era la sua candidatura e non l’unità del centrosinistra. Si è comportato come quel senatore romano che prima ha rotto il naso alla moglie e poi l’ha ripudiata perché era brutta. Ciotti ha prima preso a botte il Pd, poi l’ha ripudiato perché non gli piaceva. Se avesse avuto a cuore il centrosinistra, non avrebbe ostacolato la candidatura unitaria di Landolfi o la mia». E allora perché non candidarlo? «Perché non univa. Ora ci accusa di essere stati noi a dividere il Pd, ma la verità è che la colpa della mancata unità è la testardaggine a essere candidato sindaco». Oddati ammette che «avrei potuto optare anche io per andare da solo, ma nella vita occorre fare delle scelte. E se uno sceglie di stare in un partito, ci sta in modo responsabile, condividendone le scelte e non ponendosi contro di esso. Ciotti pensa di essere l’unica persona perbene in giro, ma mettere un partito come il Pd di fronte ad una scelta del tipo “o io sindaco o niente” è francamente inaccettabile. Ora vedremo quale grande risultato porterà a casa». Ancora più duro il commento di Lanaro: «Mio figlio di 10 anni si sarebbe comportato in modo diverso rispetto a lui.

C’era un protocollo di regole delle primarie e commentare la scelta di Ciotti è ridicolo. Mio figlio è stato educato a rispettare gli impegni presi. Bisogna essere coerenti e seri. Se parliamo di voti dalla destra, ammetto di averne ricevuti, ma tutti sanno che non vengo dall’estrema sinistra. E i voti di infiltrati della destra di certo non li potevo controllare. Se io avessi perso le primarie, non sarei stato candidato sindaco ed avrei partecipato per far vincere la coalizione di centrosinistra. Il gesto di Ciotti è grave perché dimostra di non rispettare gli impegni presi». Ciotti e Lanaro, come loro stessi hanno ammesso, prima dello strappo dell’ex sindacalista hanno avuto un incontro privato presso un amico in comune (un noto costruttore battipagliese). Un tentativo estremo di riportare Ciotti tra le braccia del centrosinistra che, evidentemente, non è andato a buon fine.

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