Cronaca
Tendenza

Claudio Mandia morto nel college di New York, il padre: “Mio figlio trattato come un criminale”

La denuncia della famiglia a "Chi l'ha Visto?"

Emergono nuovi dettagli sulla vicenda di Claudio Mandia, il ragazzo di 17 anni di Battipaglia morto suicida nel college a New York. Il ragazzo si tolse la vita al termine di un periodo di quattro giorni di isolamento inflittogli per aver copiato un compito.   

Claudio Mandia morto nel college a New York, l’appello della famiglia

“Mio figlio trattato come un criminale”, sono queste le parole durissime del padre di Claudio Mandia nel corso dell’ultima puntata di “Chi l’ha Visto?”, andata in onda nella serata di ieri, mercoledì 30 novembre.I familiari del 17enne hanno anche lanciato un appello alle altre famiglie: “Se siete stati vittime di simili maltrattamenti nella scuola, fatevi avanti e denuncia”.

Claudio Mandia morto suicida in isolamento: “Non ha retto le punizioni”

“Non ha retto quelle punizioni primitive”, così commentano i genitori del ragazzo morto suicida nel prestigioso college di New York. Claudio è stato messo in isolamento in una stanza bianca e asettica dopo aver copiato un compito. Una punizione brutale e senza alcun senso.

Stando a quanto riferito dai genitori, non è la prima volta che avvengono drammi del genere. Già lo scorso anno, proprio Claudio aveva salvato un altro ragazzo finito in isolamento.


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Il 17enne Claudio Mandia

La famiglia di Claudio ha ribadito nell’intervista che il 17enne fosse stato messo in isolamento, raccontando che al giovane era stato fatto divieto di lasciare la stanza, con i pasti che gli sarebbero stati forniti direttamente in camera, preludio ad una espulsione dalla scuola.

L’istituto: “Nessun isolamento di Claudio”

La EF Academy di Thornwood ha raccontato la sua versione dei fatti: “Claudio soggiornava in una stanza del dormitorio studentesco non chiusa a chiave e in nessun momento è stato messo in isolamento, senza interazioni sociali o accesso ad altre risorse e strutture della scuola”, sottolineando che la ricostruzione ipotizzata “contiene numerose affermazioni inesatte” e non basate sui fatti.

La battaglia della famiglia

I genitori, due imprenditori salernitani, inizialmente travolti dalla disperazione, hanno cominciato a indagare su quanto accaduto affidandosi ad avvocati e strutture private e ieri hanno presentato, attraverso l’avvocato George Bochetto, una denuncia civile alla Corte Suprema dello Stato di New York accusando la scuola di comportamento inumano e gravissime negligenze

Nella denuncia vengono chiamati in causa il direttore dell’Istituto, Vladimir Kuskovski, il dean Wayne Walton, la psicologa Chelsea Lovece, che aveva più volte incontrato Mauro per le sue difficoltà ambientali e mentali (numerose richieste di mental health treatment delle quale i genitori non furono mai informati) e altri dipendenti della EF Academy.

Il referto della polizia

Come ribadito più volte dai parenti, il 17enne si sarebbe tolto la vita, impiccandosi, dopo giorni in punizione, in isolamento dopo essere stato accusato di aver copiato a un compito; misure punitive che, subito dopo la morte del 17enne, la famiglia non aveva esitato a definire “primitive“.

Morte avvenuta per impiccagione, com’è emerso dall’autopsia. il 17enne si è tolto la vita stringendosi il collo ad una corda come confermato anche dal dipartimento di polizia di Mount Plesant in un comunicato diffuso a mezzo stampa.

“Entrando nella stanza – scrive la polizia – gli agenti hanno scoperto uno studente maschio di 17 anni, deceduto. La morte è avvenuta per impiccagione. Immediatamente è stata avviata un’indagine”. Il capo della polizia di Mount Plesant, Paul Oliva, ha rivelato un altro scottante dettaglio. “Il corpo non si trovava nel dormitorio”.

 

Annalisa Barra

Annalisa Barra, giornalista del network L'Occhio, è esperta di comunicazione, scrittura Seo, social media e copywriting.

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