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Battipaglia, elezioni sotto osservazione: l'Antimafia indaga su liste e candidati

BATTIPAGLIA. Gli occhi dell’Antimafia sulle elezioni di Battipaglia. La Commissione bicamerale d’inchiesta presieduta da Rosy Bindi valuterà tutte le liste e le candidature che saranno presentate ufficialmente tra meno di un mese, in vista dell’appuntamento alle urne fissato per il 5 giugno. Nome per nome i sostenitori dei vari candidati a sindaco di Battipaglia saranno passati al setaccio.

Un controllo che non si fermerà all’ordinario, ma che andrà ben oltre. «Vogliamo acquisire informazioni che vadano oltre il semplice dato giudiziario legato al carico pendente dei reati», fa sapere la Bindi. E i risultati di tali analisi, come accaduto lo scorso anno prima delle elezioni regionali, dovrebbero essere comunicati ai cittadini entro la data fatidica del 5 giugno.

In maniera da consentire un voto evidentemente più consapevole. Battipaglia è tra quei comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, o visitati dalla commissione d’accesso e non ancora andati al voto, su cui si concentreranno i controlli della Commissione. In totale, si tratta di una decina di comuni in tutta Italia su cui l’Antimafia ha intenzione di fare un lavoro di valutazione delle liste per le amministrative del 5 giugno. Saranno osservati i candidati nei Comuni precedentemente sciolti per mafia, in quelli sciolti e non ancora tornati a votare, come Battipaglia o Platì in Calabria, e nei comuni che hanno avuto la commissione d’accesso e che oggi hanno il commissariamento ordinario, come Roma e Brescello. Si tratta, nel complesso, di una decina di enti locali su cui l’Antimafia farà un lavoro del tutto straordinario. «C’è stata in ufficio di presidenza una sostanziale unanimità sulla relazione che ho illustrato la volta precedente e che è sostanzialmente pronta», afferma la presidente Bindi, che spiega come vi sia «l’impossibilità da parte della Commissione di fare un lavoro su tutte le liste delle amministrative, con 1.400 comuni che vanno al voto e con più di 150mila candidati.

I tempi e gli strumenti che abbiamo a disposizione – chiarisce la presidente – sono limitati e non ci consentono di fare questo lavoro. Qualunque campionamento sarebbe stato arbitrario. Nella relazione si denunciano due dati di fatto che sono per noi segno di particolare preoccupazione: sono proprio le amministrazioni locali il primo varco delle mafie nelle pubbliche amministrazioni, nei rapporti con la politica anche nell’economia. Quindi il nostro allarme è particolarmente forte. Si va a votare in molte realtà nelle quali le mafie hanno dimostrato di essere i luoghi di insediamento».

La Bindi ha avuto mandato di elaborare «una proposta che farà parte della relazione che si caratterizza intorno a questi comuni che non potranno non essere oggetto di valutazioni da parte dell’Antimafia, ma la mera applicazione del nostro Codice non è sufficiente a fare l’effettiva foto del rischio di infiltrazione mafiosa. Su queste realtà faremo una relazione che andrà oltre l’applicazione del codice. Vogliamo acquisire informazioni che vadano oltre il semplice dato giudiziario legato al carico pendente dei reati». Le verifiche consentiranno anche di accertare ed analizzare i proclami sulle “liste pulite” che stanno tanto animando la campagna elettorale battipagliese. Promesse che l’Antimafia potrà confermare o, eventualmente, smentire. Un’indagine che potrebbe fortemente pesare sugli ultimi giorni della campagna elettorale.

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