Cronaca

Battipaglia, ex Stir: l’azienda espropriata batte cassa

E Il termine che il Tribunale amministrativo ha assegnato alla Provincia di Salerno per portare a termine l'acquisizione sanante

Battipaglia, ex Stir: l’azienda espropriata batte cassa. Centoventi giorni di tempo per porre rimedio all’inerzia lunga 19 anni. E Il termine che il Tribunale amministrativo ha assegnato alla Provincia di Salerno per portare a termine l’acquisizione sanante con il conseguente pagamento e dei terreni utilizzati dal commissario di governo per l’emergenza rifiuti per costruire una strada di accesso all’ex Stir.

Battipaglia, ex Stir: 120 giorni per pagare

Come riporta “La Città”, la porzione di terreno che la società proprietaria, la “Edilsama”, aveva inizialmente ceduto in via bonaria, era stata calcolata con una estensione di circa mille metri quadri. Mentre il tempo passava e l’acquisizione non veniva regolarizzata al commissario di governo subentrava la Provincia di Salerno, che ereditava anche la controversia sui terreni della Edilsama.

Alla ditta veniva liquidata, a titolo di acconto, la somma di circa 11 mila euro, a cui avrebbe dovuto seguire sia il saldo che la formalizzazione partite le convocazioni per ride dell’acquisizione del lotto.

L’errore

Ma, nel frattempo la Provincia aveva riscontrato di aver commesso un errore materiale sia nei calcoli, sia dell’effettiva estensione del terreno occupato per la realizzazione della strada che nell’applicazione del prezzo a cui era stata aggiunta una maggiorazione in realtà non dovuta.

Cosi dall’Ente locale erano partite le convocazioni per ridiscutere la situazione sia nei confronti dell’Edilsama che delle altre proprietarie dei terreni su cui la strada di accesso all’ex Stir era stata costruita. Si erano succeduti numerosi incontri, uno dei quali presso il comune di Eboli, nella giurisdizione rientrava la porzione di terreno della Edilsama. Ma quest’ultima non aveva mai partecipato.

Una marcia indietro verificatasi dopo il ricalcolo sia dell’estensione di terreno utilizzata che, secondo Palazzo Sant’Agostino, non era di mille metri quadri, bensì solo di 381. Non solo l’acconto versato di circa 11 mila euro sarebbe risultato, secondo i nuovi calcoli, addirittura il doppio di quanto effettivamente dovuto.

Cosi il Tar ha disposto che la Provincia debba portare a termine l’intera procedura entro 120 giorni, poiché ha ritenuto che il tempo tra ricorso non abbia sanato un’occupazione senza esproprio. Dunque l’area dovrà essere restituita come era all’origine oppure si dovrà pagare il terreno al suo valore venale maggiorato degli interessi maturati nel corso dei 19 anni.

Fonte: La Città

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