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Battipaglia, indennità di frequenza al posto del gettone: il Comune va risarcito

BATTIPAGLIA. L’ex consigliere Gianfranco D’Alessandro dovrà restituire al Comune 16.860 euro. Dopo le sentenze che hanno condannato Romeo Leo, Angelo Marsico, Franco Falcone ed Antonio Dell’Aglio – consiglieri comunali dal 2003 al 2005, durante l’amministrazione del sindaco Liguori – obbligandoli alla restituzione delle indennità percepite, è arrivata anche quella per D’Alessandro. Che dovrà sborsare altri 2mila euro per spese di giudizio. Come nel caso delle precedenti sentenze, il tribunale ha giudicato lecita l’ingiunzione di pagamento emessa nel gennaio 2009 dal dirigente del settore avvocatura del Comune, avvocato Giuseppe Lullo. Nelle prossime settimane, il tribunale dovrebbe emettere le sentenze anche sui casi degli ex consiglieri Alfonso La Terza, Vincenzo Inverso, Antonio Mondillo ed Antonio Carbone, che pure hanno presentato ricorso di fronte alle ingiunzioni di pagamento.

La vicenda giudiziaria

La vicenda è ormai nota ed ha più volte creato imbarazzi e polemiche tra le mura di Palazzo di Città. Dal 2003 al 2005, durante l’amministrazione Liguori, 32 ex consiglieri, avvalendosi della facoltà concessa dall’articolo 21 bis dello statuto comunale (e dell’articolo 83 del decreto legislativo 267/2000), optarono per l’indennità di frequenza al posto del gettone di presenza. Un calderone scoperchiato nel 2007 dall’ex assessore Matteo Messina, qualche mese dopo l’insediamento con il sindaco Gennaro Barlotti. Dopo l’indagine della Finanza, nello stesso anno, la procura aprì un’inchiesta. I 32 ex consiglieri furono accusati di abuso d’ufficio e truffa ai danni dello Stato, non avendo gli stessi svolto un numero congruo di sedute di consiglio e commissioni tali da giustificare un simile esborso di denaro pubblico, prima del proscioglimento finale nel 2009. Che non annullò l’obbligo di restituzione delle indennità: 600 euro al mese per ciascun consigliere, per un totale di circa 455mila euro. Pochissimi gli ex consiglieri che decisero di pagare, versando l’intera cifra o rateizzando l’importo. Per cui il dirigente del settore avvocatura comunale, Giuseppe Lullo, nel 2009 fece partire le ingiunzioni di pagamento. E, fino ad oggi, le opposizioni sono state tutte rigettate dal tribunale, confermando l’obbligo degli ex consiglieri di restituire le indennità. Al momento, il settore avvocatura comunale è riuscito a recuperare circa l’80% del dovuto. Gli unici che hanno restituito l’intera somma sono Francesco Frezzato, Angelo Marsico, Pietro Rocco, Sergio Somma, l’attuale vice sindaco Ugo Tozzi, gli eredi di Domenico Immediata, l’ex sindaco Fernando Zara, Giovanni Capodanno. Sono state avviate le procedure esecutive, con pignoramento dei beni, per Fabio Citro,Ivan Corrado, l’ex sindaco Enrico Garofano, Romeo Leo, Cosimo Mancino, Liberato Pumpo,Raffaele Adesso.

Il caso Falcone

Potrebbe diventare un caso quello di Franco Falcone. L’attuale presidente del consiglio comunale sta restituendo l’importo previsto (14.699 euro) a rate, dopo che il tribunale aveva rigettato l’opposizione al decreto ingiuntivo. Tuttavia, avendo presentato appello alla sentenza del Tribunale, il contenzioso tra Falcone ed il Comune non è terminato. Su tali basi Falcone sarebbe incompatibile con il ruolo di membro (e presidente) dell’assise. Secondo il Tuel, infatti, non si possono ricoprire incarichi pubblici in un ente con cui è in piedi un contenzioso.

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