Battipaglia, nuovi dettagli sull'evento-truffa per cui è indagato un consigliere

BATTIPAGLIA. Emergono nuovi dettagli – sempre come indiscrezioni – sulle indagini che sta conducendo la Procura di Salerno su un evento organizzato lo scorso anno a Battipaglia.

Tra gli indagati ci sarebbe un consigliere comunale dell’attuale amministrazione comunale, guidata dalla sindaca Cecilia Francese.

Nelle mani degli inquirenti sarebbe arrivato un assegno di circa 5mila euro, firmato dall’associazione organizzatrice dell’evento come pagamento del service di Capaccio Paestum. L’azienda aveva realizzato palchi e tendoni, ma quando ha versato l’assegno in banca ha scoperto che questo era scoperto.

In pratica, l’azienda di Capaccio Paestum non ha ricevuto il denaro concordato con l’associazione che ha tenuto l’evento a Battipaglia e chiaramente si è rivolta alle forze dell’ordine per denunciare l’episodio.

L’associazione in questione, nel frattempo, si è dileguata. Su Google e su Facebook non ci sono più tracce evidenti di tale associazione e dei suoi responsabili.

Va detto che la medesima associazione aveva chiesto ed ottenuto contributi da parte di numerose attività commerciali della città di Battipaglia, come sostegno alle iniziative organizzate. In cambio, sarebbero state pubblicizzate per un periodo concordato – anche oltre la durata dell’evento – su Facebook e in altre manifestazioni.

Ovviamente, dopo l’evento battipagliese di questa associazione – che intanto aveva già intascato i pagamenti dei commercianti battipagliesi – non si sono avute più notizie.

I responsabili dell’associazione risultato irreperibili telefonicamente ed anche questo potrebbe far pensare ad una intenzionalità della “fuga” post-evento.

All’interno del calderone, pare che sia finito anche un consigliere comunale battipagliese, che avrebbe fatto da tramite con l’amministrazione per la realizzazione della manifestazione e l’ottenimento del patrocinio dell’ente.

Secondo i denuncianti, gli organizzatori dell’evento avrebbero messo in atto una truffa in maniera intenzionale, accettando i preventivi di spesa, ottenendo merce e servizi previsti, e dando in garanzia assegni che i creditori avrebbero dovuto portare all’incasso solo al termine dell’evento.

Peccato che, una volta giunti in banca, questi assegni siano risultati scoperti.

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