Politica

Battipaglia, questione immigrati: il parere di Davide Bruno

BATTIPAGLIA. Il segretario cittadino del Pd, Davide Bruno, è intervenuto in merito alla questione migranti, argomento delicato trattato durante l’ultimo consiglio comunale. Bruno ha posto l’accento sul fenomeno migratorio a livello globale, diversamente dai ragazzi di Civica Mente che – tramite una lettera aperta – hanno chiarito le dinamiche cittadine.

«L‘immigrazione è una materia di competenza esclusiva dello Stato, che esercita tale competenza a livello territoriale attraverso i prefetti. Appare evidente come non sia più rinviabile il coinvolgimento degli enti locali nel governo del processo migratorio, collegando le politiche dell’immigrazione alle politiche per gli immigrati. In maniera palese la ripetuta sottovalutazione del fenomeno porta il nostro Paese in emergenza costante. L’immigrazione,  spesso oggetto di facile propaganda per gli sbarchi e l’accoglienza ai rifugiati,  significa parlare di disagio, di paura ma  rappresenta anche uno principali contributi all’economia nazionale. La farraginosa situazione delle istituzioni europee aumenta le difficoltà: non riescono a controllare i flussi in partenza e non riescono a gestire qui le persone che arrivano.

Non esistono soluzioni semplici e  immediate per l’immigrazione in cui gli scenari di esodi di massa sono molto gravi sia nel numero che nelle modalità. La questione è che il fenomeno va regolato, sulla base di decisioni e non di ricatti emotivi. Nè si possono mettere da parte le istituzioni democratiche elette, rispetto alle dimensioni del fenomeno e sui suoi costi, generando un vortice tra allarmismo e paure. Sarebbe la risposta peggiore all’illegalità e allo sfruttamento di mano d’opera a basso costo. E non si tratta di assistenzialismo senza responsabilità. Un immigrato deve rispettare innanzi tutto le leggi del Paese che lo ospita. Non possono esserci zone senza regole dove in particolare i diritti fondamentali delle persone, i diritti delle donne, dei bambini non sono rispettati. La capacità di rispettare regole comuni è un primo livello di integrazione. Guardare ad un’accoglienza diffusa sui territori contro la logica delle grandi strutture sovraffollate è necessario per evitare un rigetto sociale. L’accoglienza degli immigrati, gestita dalle prefetture  si basa sui Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo), Cpsa (Centri di primo soccorso e accoglienza) e Cda (Centri di accoglienza per richiedenti asilo). Tali strutture sono al collasso, ospitando numeri ben oltre la soglia di capienza massima. In tutta la penisola in questi anni di “emergenza” è cresciuta una rete di cooperative, associazioni, centri di accoglienza e privati (i cosiddetti Cas, centri di accoglienza straordinaria) che mettono a disposizione posti letto in strutture (spesso non adeguate) per una spesa media di circa 35 euro al giorno».

«Altra considerazione da fare, – prosegue Bruno – è sull’applicazione della carta della buona accoglienza, siglata a Roma, dal ministero dell’Interno. Con la Carta si impegna a offrire misure mirate alla persona; favorire l’integrazione puntando su piccoli numeri  e diffusione nei territori; garantire la titolarità pubblica degli interventi grazie, al coordinamento con prefetture e comuni; rendere di conseguenza l’inclusione sostenibile per le comunità locali, evitando tensioni e conflittualità. L’obiettivo è uscire da logiche di emergenza, mettendo a sistema un’organizzazione strutturata dell’accoglienza ispirata al modello del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), gestito da Comuni e Terzo settore».

«Chi governa si ritrova tra spinte opposte, da un lato garantire l’ accoglienza al migrante che è fuggito da guerre e carestie,  dall’altro lato dare risposte alle richieste di sicurezza e legalità dei propri cittadini. La nostra città, la nostra politica si può far promotore di un patto tra Comuni, da proporre e promuovere  con l’ANCI, affinchè una rappresentanza di Regioni e Comuni siano presenti nei processi decisionali del ministero dell’interno per gestire i flussi migratori per la TASK FORCE che si sta costruendo e chiedere maggiori risorse per ridurre i tempi dei richiedenti asilo e ridurre i tempi per vagliare i ricorsi. Nell’immediato – conclude il segretario cittadino del Pd – il comitato per l’ordine pubblico con la prefettura va richiesto in seduta  periodica così come l’organizzazione  di programmi di volontariato per le attività di cura del territorio. Nel lavoro e nella comprensione c’è l’essenza dei nostri valori. E’ il primo passo da compiere se vogliamo che gli interventi volti all’inclusione sociale e all’integrazione sui territori funzionino.Questa può essere l’unica risposta per non far prevalere paure e per fermare l’illegalità. Offrire un’ integrazione concreta in cambio del concreto rispetto delle nostre leggi coniuga una doppia responsabilità di governo per la sicurezza e per la solidarietà.

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