Cronaca

Battipaglia, relazione Antimafia: gli affari dei boss in città

BATTIPAGLIA. Da paese di braccianti agricoli a città di imprenditori edili e di interessi camorristici. È questa la fotografia di Battipaglia che viene fuori dalla relazione finale della commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi. La bicamerale ha riportato i punti salienti della storia di Battipaglia, dalla sua fondazione nel 1929 ai giorni nostri. Da tale quadro viene fuori una situazione preoccupante, in cui la camorra si è ricavato un peso notevole nell’attività imprenditoriale, richiamando da altri territori imprese ai confini tra il mondo economico e quello criminale. In particolare, negli ultimi decenni hanno assunto un ruolo di primissimo livello alcuni imprenditori edili, che hanno condizionato lo sviluppo della città, condizionando le scelte del Comune, asservendo la politica locale e modellando gli uffici tecnici sui loro interessi.

Il sacco edilizio

I “palazzinari” hanno così influenzato in maniera pesante e decisiva il percorso amministrativo e politico della città, di certo utilizzando il potere economico anche con dipendenti comunali. Le forze criminali hanno iniziato ad avere un ruolo determinante nella vita politica e amministrativa della città con la crisi dei settori produttivi (in particolare quello agricolo) e l’evoluzione del comparto edilizio e della grande distribuzione. Prima legati alle zone del Vesuviano e dell’Agro Nocerino Sarnese, con una presenza sporadica a Battipaglia, i clan camorristici hanno iniziato a essere protagonisti in città negli ultimi 20 anni. Mascherando i propri interessi malavitosi dietro operazioni edilizie, il famigerato “sacco edilizio”.

L’arresto di Santomauro

Nella relazione, l’Antimafia ha ricordato l’arresto del sindaco Giovanni Santomauro, l’8 maggio 2013, al termine di un’inchiesta della direzione distrettuale Antimafia (operazione “Alma”). L’indagine della Dda salernitana aveva coinvolto assessori, consiglieri comunali, diversi esponenti dell’ufficio tecnico comunale, amministratori di società miste ed imprenditori. In particolare quel Nicola Madonna, imprenditore ritenuto contiguo al clan dei Casalesi, in particolare a Francesco Bidognetti. Madonna avrebbe ottenuto appalti attraverso una società di prestanome. Il sindaco Santomauro era stato accusato di aver chiesto e ottenuto l’assunzione di alcuni operai sui cantieri minacciando di non autorizzare il pagamento dei lavori completati. I tecnici avrebbero chiesto e ricevuto tangenti per sbloccare i pagamenti.

Gli affari di ’ndrangheta a mafia

Un terremoto che aveva scoperchiato un mondo di collegamenti tra amministratori e dipendenti comunali, esponenti della criminalità organizzata, il coinvolgimento di soggetti di primissimo piano della ’ndrangheta e della mafia. Tra questi, il boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. Il capo della mafia siciliana viene citato nella relazione dell’Antimafia quando si parla di alcuni consiglieri comunali battipagliesi che avevano rapporti economici e affari «con soggetti inseriti a pieno titolo in gruppi aziendali di livello nazionale e oggetto di indagini da parte della Direzione nazionale antimafia per contatti col il boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro». Ma c’è di più: sempre nella relazione si afferma che fu l’ex sindaco Santomauro «a mettersi in relazione con tre diversi fronti di presenza criminale, camorristica e mafiosa». E questo «tramite i rapporti intessuti nel comune di Casal di Principe, dove aveva svolto la funzione di commissario straordinario (nel periodo 1993-1997) per la liquidazione del dissesto, egli conosceva bene le ditte di quella zona che arrivano a partecipare a numerosi appalti indetti dal Comune di Battipaglia»; e poi «tramite le autorizzazioni commerciali stabiliva relazioni con un’importante azienda legata alla ’ndrangheta e alla mafia di Messina Denaro». Quindi attraverso «alcuni consiglieri comunali (ma anche direttamente) manteneva relazioni con esponenti dei clan locali interessati ad assunzioni di loro membri in attività gestite dal Comune o dalle sue attività». Sempre Santomauro per i commissari, «tramite i membri dell’Ufficio tecnico, che controlla totalmente, proponeva un’opera di lottizzazione verso il mare, visto che gli spazi urbani sono quasi del tutto saturi, prevedendo la costruzione di 1.600 alloggi ai fini turistici e affidandone la ideazione all’architetto Alberto Francese, già assessore comunale, già presidente della Commissione urbanistica del Comune di Battipaglia». Altro capitolo delicato quello relativo alla nascita «di numerose società in cui sono confluite le competenze comunali in settori di primaria importanza» poi utilizzate «per coltivare interessi clientelari e criminali, come dimostrano nel caso di Battipaglia la società Alba e le altre che per gemmazione da essa nascono». Accuse pesantissime dalle quali Santomauro si sta difendendo nel processo ancora in corso.

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