Curiosità

Battipaglia, il sogno realizzato di Luigi Vitagliano (Anelis Barber Shop)

BATTIPAGLIA. C’era una volta un bambino di 11 anni, che viveva nella città di Battipaglia. Era il 1993 e lui già fantasticava sul suo futuro, ignaro di tutti gli ostacoli che avrebbe dovuto affrontare. Erano gli anni ’90; gli anni dei Mondiali, delle soap opera in tv, gli anni in cui, alla radio, il tormentone era “Ho imparato a sognare” dei Negrita, quando in Italia la crisi prendeva sempre più piede e persino parlare di un sogno sembrava troppo ambizioso.

Battipaglia, il sogno realizzato di Luigi Vitagliano (Anelis Barber Shop)

Ma Luigi Vitagliano, questo è il suo nome, non ha mai mollato, neanche quando si è dovuto scontrare con una realtà non proprio rosea, in una città del Sud, che ahimè, alla sua ambizione guardava con scetticismo. Oggi ha 36 anni, una splendida famiglia ed un’attività avviata, una Barberia. Parliamo di Anelis Barber Shop – C’era una volta.



Siamo abituati a vedere il barbiere come una figura un po’ retro, una sorta di Padre confessore, dove gli uomini passano del tempo e, fra una chiacchiera e l’altra, sistemano i capelli e la barba. Luigi è tutt’altro che questo. Lui di questo nobile mestiere ne ha fatto un capolavoro.

Quando infatti sono entrata nel suo negozio, ne sono rimasta incantata. Tutto era curato nei minimi dettagli, un vero e proprio salone di bellezza. I ricordi che avevo dei barbieri, dove entravo da bambina con mio padre, erano tutt’altra cosa.

Luigi mi ha accolta con un sorriso, ci siamo accomodati  e ha iniziato a narrarmi dalla sua lunga gavetta, fino al giorno in cui ha deciso di aprire qualcosa di suo.



«Volevo che gli uomini qui, trovassero un posto per rilassarsi, prendendosi cura del loro aspetto, magari sorseggiando una birra. Era un progetto complesso, lo so, ma avrei fatto qualsiasi cosa per realizzarlo», mi dice. Poi riprende con aria malinconica: «sai che quattro anni fa volevo chiudere? Purtroppo con i sogni non ci paghi le bollette e l’attività, seppur unica nel suo genere, non dava i risultati sperati. È stato un momento difficile, mi sono chiesto cosa avrei fatto, non sapevo fare altro, ma mi sarebbe bastata una parola di conforto, per riprendere la mia folle corsa».

Mentre lo dice, guarda sua moglie, seduta accanto a noi e continua: «lei mi ha dato la forza! E da lì, ho contattato dei barbieri olandesi, sono stato da loro, ho iniziato a confrontarmi, ad aggiornarmi, ma la mia Arte l’avrei portata nella mia città, è qui che avrei investito. Oggi ho quattro dipendenti e la mia clientela viene da ogni parte d’Italia. Quando ci penso ancora non ci credo!».



Il lieto fine di questa favola tutta moderna è ancora tanto lontano. Saluto Luigi, lo ringrazio per il suo prezioso tempo e scherzando gli dico: «non ti scordar di me, quando sarai famoso». Mi guarda, a sua volta, e ricambiando il sorriso risponde: «fatti crescere la barba».

«Ma sono una donna», dico io…

«Peccato, non sai cosa ti sei persa!»…

Buon lavoro a  te e grazie per averci dato la speranza di credere ancora che tutto può succedere, basta solo volerlo.


A cura di Carmela Polverino

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