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Battipaglia, tribù di nomadi nell'area dello stadio "Pastena": nuove polemiche

BATTIPAGLIA. Una nuova ed ennesima tribù di nomadi si è insediata da qualche giorno nell’area retrostante lo stadio “Pastena” di Battipaglia. Ed ovviamente, come spesso accade in questi casi, non sono mancate le polemiche.

Un nostro lettore ci ha inviato una segnalazione, che pubblichiamo.

“A Battipaglia c’è un problema che sistematicamente si ripropone e che non essendo concentrato in un area centrale del comune, sembrerebbe inesistente, in realtà non è così.

Ogni giovedì al termine del grande mercato dello stadio Pastena, una volta che i commercianti vanno via, si stanziano intere famiglie di nomadi, le quali a causa dei loro ingombranti mezzi, non consentono agli operatori ecologici di rimuovere i rifiuti ed i residui del mercato giunto al termine. Come se non bastasse, quando tali comunità nomadi ripartano, lasciano un cumulo di rifiuti e di sporco.

Io credo che un’amministrazione forte ed efficiente non possa tollerare questa mancanza di legalità (non possono stanziarsi in un’area in cui vi è un espresso divieto di campeggio come palesato da un cartello verticale) nonché mancanza di rispetto per l’ambiente. Perché se un cittadino battipagliese viola il Cds viene (giustamente) sanzionato, mentre per queste persone non esistono sanzioni, soprattutto per i rifiuti che gettano illecitamente?

La legalità e l’ambiente vanno rispettati da tutti, indistintamente senza alcuna differenza di razza, lingua, religione, colore della pelle.

Il tema della sicurezza non intendo toccarlo perché non sembra che queste persone abbiano, almeno finora, perpetrato alcun reato nei confronti di cittadini, quindi per ora resta più una questione di ambiente/rifiuti e decoro urbano”.

A scanso di equivoci e di facili attacchi, il nostro lettore chiarisce che “io sono a favore dell’immigrazione; ho conosciuto tante persone per bene non di nazionalità italiana, spesso più nobili d’animo di tanti nostri connazionali. Tuttavia ritengo che il fenomeno migratorio debba essere controllato e qualificato in modo da rendere reale ed effettiva l’integrazione. Se continuiamo a far entrare tantissime persone a casa nostra senza creare vere occasioni di ospitalità ed integrazione, significa che il bene verso queste persone non è poi così presente.

Altrimenti i risultati sono quelli che stiamo vedendo nelle più disparate città italiane. Il dato è oggettivo, le cooperative e gli albergatori falliti si arricchiscono, mentre i migranti rimangono affogati nelle loro illusioni, emarginati e desocializzati”.


 

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