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Bimbi contesi, madre a giudizio per calunnia e maltrattamenti

BATTIPAGLIA. «Non posso parlare con la stampa. È stato il tribunale dei minori a consigliarmelo». Questo il commento di Donatella Cipriani, la mamma che è stata all’attenzione della cronaca per la vicenda dei sue due bimbi contesi, portati via dalla polizia, all’uscita di scuola, dopo il rinvio a giudizio per calunnia e maltrattamenti.

Secondo l’accusa la Cipriani, difesa dall’avvocato Cecchino Cacciatore, avrebbe calunniato il marito Davide L. accusandolo di violenze e maltrattamenti sia nei suoi confronti e sia in quelli del loro due bambini. Quindi di aver condizionato i suoi figli nel rapporto con il padre. Di qui l’ipotesi di maltrattamento nei confronti dei due bambini come abuso emozionale nei confronti dei suoi figli.

«L’udienza – precisa l’avvocato Cacciatore – è relativa a vecchie accuse supportate dalla perizia del professor Paolo Capri, scopertosi poi essere acceso sostenitore della Pas (Parental Alienation Syndrome), tanto da essere relatore in numerosi convegni sul tema e a propugnarne le teorie in facoltà. Dopo che numerose sentenze della Cassazione hanno sconfessato la validità giuridica e psichica della Pas grazie alla quale Capri accusava la Cipriani di aver molestato i suoi figli ritenendola però non imputabile proprio perché affetta da Pas, è caduta la non imputabilità e, di conseguenza, pur essendoci una richiesta di archiviazione dello stesso pm, il gup non ha potuto che rinviare a giudizio».

«Si tratta – commenta invece Concilio, avvocato di Davide L.- del riconoscimento di un reato molto particolare, credo quasi unico nel suo genere perché si associa il maltrattamento all’abuso emozionale. Oltre alle perizie del professore Capri e del dottor Coppotelli, credo che molto abbia inciso anche l’esito dell’incidente probatorio del dottor Loggio e le realzioni della dottresse Scapicchio e Gleieses». «Meglio affrontare il processo – gli fa eco Cacciatore – anche perché il giudizio penale nei confronti di Davide L. non è archiviato, ma sospeso perché abbiamo proposto ricorso in Cassazione in quanto gli accertamenti sul comportamento della Questura erano stati affidati alla questura stessa». «Il mio assistito – precisa invece l’avvocato Concilio – non intende fare guerre, anzi sta spingendo i ragazzi perché si presentino agli incontri protetti con la madre e recuperino la bigenitorialità». I bambini da un anno sono stato affidati al padre.

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