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Btp Tecno, 12 indagati per la protesta del 10 settembre

BATTIPAGLIA. Dodici indagati a vario titolo sono la conseguenza diretta della giornata di follia dello scorso 10 settembre, quando nei pressi dello stabilimento della Btp Tecno la protesta dei dipendenti si era trasformata in guerriglia. Gli avvisi di conclusione delle indagini – durate due mesi – sono stati consegnati nei giorni scorsi ai diretti interessati. Si tratta di G. A., D. C., N. P., G. G., M. N., M. P., C. D. C., E. C., S. C., M. A., C. N., M. M.: tre di questi sono donne, uno di loro è sordomuto. Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati contestati che riguardano le ipotesi di danneggiamento aggravato, resistenza all’arresto, danneggiamento di cose, violenza, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno ha provveduto a sequestrare video e fotografie che riguardano l’evento in maniera da avere un quadro più completo della faccenda. L’intensa giornata vissuta dinanzi ai cancelli dello stabilimento di via Bosco Primo il 10 settembre scorso, iniziata con le minacce di uno dei dipendenti della Btp Giancarlo De Leo (anche Rsu Cisl), intenzionato a gettarsi da un palo dell’illuminazione per disperazione, si era conclusa con l’aggressione, da parte di alcuni lavoratori, al presidente della Btp Gian Federico Vivado e al suo vice David Corsini, in cui era rimasto contuso al volto il comandante della Polizia municipale di Battipaglia, Giorgio Cerruti. Il momento clou della giornata di follia alle ore 16.30, quando, concluso l’incontro con i dipendenti dello stabilimento, Vivado e Corsini si erano avviati, su un’auto della Polizia municipale e scortati dal comandante Cerruti, verso l’uscita. Prendendo una strada alternativa, erano stati intercettati da alcuni manifestanti alla rotatoria tra viale delle Industrie e via Brodolini. L’impatto era stato durissimo, un vetro dell’auto della Polizia municipale era stato rotto dai manifestanti ed era intervenuto il vicequestore della Polizia di Stato, Antonio Maione, che mettendosi alla guida del veicolo dei vigili urbani aveva portato via Vivado e Corsini. I quali avevano presentato denuncia al commissariato. Nella stessa giornata era giunta la decisione ufficiale da parte di Vivado di vendere lo stabilimento di Battipaglia. Un atto che ancora oggi non è stato concluso. Alcuni degli indagati fanno sapere di essere «molto rammaricati e delusi», affermando che «abbiamo già tanti problemi per le questioni che riguardano l’azienda ed ora dovremo affrontare anche una causa per cose che non abbiamo fatto. Siamo sollevati dal fatto che ci sono video e fotografie che dimostreranno la nostra innocenza. L’episodio in questione non sarebbe dovuto mai accadere, non c’era intenzione di fare male nessuno, ma solo di parlare in un momento di altissima tensione. Tra gli accusati ci sono persone che erano semplicemente sul marciapiede a guardare e che lì sono rimasti, c’è una donna che è svenuta durante i fatti. Così come c’è un sordomuto accusato di aver fermato l’auto dei vigili con le sirene accese. Ma questa persona non poteva assolutamente sentire le sirene…». Poi un commento sui tempi delle indagini: «sono state chiuse in soli due mesi, davvero in tempi brevissimi».

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