Inchiesta

Campania, migrazione sanitaria: dati preoccupanti

Sono in aumento quelli che, per le più svariate cure, effettuano una migrazione sanitaria dal Sud al Nord dell’Italia. Ogni anno sono più di 770mila gli italiani che fanno le valigie per evitare di rimanere ingabbiati nella letale lentezza burocratica delle strutture o di subire dei danni causati dalla precarietà dei medesimi presidi.

I DATI

Come riporta il servizio pubblico di La7 “Tagadà”, di questa massa migratoria, sono l’11,193% i campani che decidono di curarsi altrove, casi analoghi si registrano in Puglia, Calabria, Marche, Abruzzo e Basilicata, mentre la Sicilia tocca addirittura il fondo.

Spesso il frutto di questa migrazione sanitaria giunge in Emilia, in Lombardia o in Toscana, alcuni debbono eseguire degli interventi importanti, come la sostituzione della valvola mitrale, altri sono costretti a compiere questo gesto perché le liste d’attesa nel loro paese sono troppo lunghe, altri ancora per ricevere cure avanzate per i tumori.

Sono cittadini che, scoraggiati dallo stato in cui versano i presidi ospedalieri locali, optano per altri lidi nella speranza di ritrovare una situazione migliore. La Regione che più è stata inondata da questa migrazione sanitaria è la Lombardia, dove in un solo anno sono 147mila i meridionali che scelgono di andare a curarsi presso gli ospedali del territorio.

Il fenomeno racconta di problemi insostenibili che rendono la vita quasi impossibile a centinaia di migliaia di persone. Adulti o minori non fa differenza, la parola d’ordine è la seguente “migrare per curarsi” e alcuni di questi versano anche in situazioni a dir poco drammatiche dal punto di vista umano-logistico-economico.

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